Ecco un esempio di come le notizie possono turbare la quiete familiare. Io e mia moglie abbiamo letto ieri che, per la prima volta dal 1985, le donne giapponesi non sono più in testa alla classifica mondiale dell'aspettativa di vita. A dirla tutta, per quanto toccati dal rovescio capitato alle giapponesi, non è bastato questo a turbarci. Piuttosto, a creare turbolenza è stata la rivelazione che, adesso, a detenere il primato di longevità sono le donne di Hong Kong.
Poiché mia moglie è 1) donna, 2) di Hong Kong, 3) più giovane di me di cinque anni e io sono 1) maschio, 2) non di Hong Kong, 3) più vecchio di lei di cinque anni, ho creduto di poter dedurre che, con tutta probabilità, dei due sarò io il primo a fare i bagagli. Deduzione che non ha affatto incontrato il favore della signora la quale, ho compreso, contava sul fatto di essere lei la prima, sia pure tra molti molti molti molti anni, a trasferirsi nel Grande Ignoto. Con fermezza, ho ribadito il vantaggio che, in questo, mi offrono la genetica, la scienza e la statistica. Uomo e più vecchio: bye bye, tocca a me.
Entrambi, dunque, siamo convinti che il primo ad andarsene - ribadisco: tra tra molti molti molti molti anni - avrà fatto l'affare migliore, risparmiandosi la solitudine e gli affanni burocratici che ricadranno sul superstite.
Per questa ragione, trovar scritto nero su bianco che, in questa particolare competizione, non solo risulta sfavorita nei miei confronti, ma è sfavorita, potremmo dire, a livello mondiale, non ha messo mia moglie di buon umore. “Ma tanto lo sappiamo che voi giornalisti scrivete un sacco di storie” si è consolata. Per rabbonirla, ne ho convenuto. Abbiamo fatto la pace nel reciproco accordo di non pensare più a queste cose. Vediamo come va a finire, ci siamo detti: nel frattempo, viviamoci sopra.
Poiché mia moglie è 1) donna, 2) di Hong Kong, 3) più giovane di me di cinque anni e io sono 1) maschio, 2) non di Hong Kong, 3) più vecchio di lei di cinque anni, ho creduto di poter dedurre che, con tutta probabilità, dei due sarò io il primo a fare i bagagli. Deduzione che non ha affatto incontrato il favore della signora la quale, ho compreso, contava sul fatto di essere lei la prima, sia pure tra molti molti molti molti anni, a trasferirsi nel Grande Ignoto. Con fermezza, ho ribadito il vantaggio che, in questo, mi offrono la genetica, la scienza e la statistica. Uomo e più vecchio: bye bye, tocca a me.
Entrambi, dunque, siamo convinti che il primo ad andarsene - ribadisco: tra tra molti molti molti molti anni - avrà fatto l'affare migliore, risparmiandosi la solitudine e gli affanni burocratici che ricadranno sul superstite.
Per questa ragione, trovar scritto nero su bianco che, in questa particolare competizione, non solo risulta sfavorita nei miei confronti, ma è sfavorita, potremmo dire, a livello mondiale, non ha messo mia moglie di buon umore. “Ma tanto lo sappiamo che voi giornalisti scrivete un sacco di storie” si è consolata. Per rabbonirla, ne ho convenuto. Abbiamo fatto la pace nel reciproco accordo di non pensare più a queste cose. Vediamo come va a finire, ci siamo detti: nel frattempo, viviamoci sopra.
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