Voi mettere i “like”?

Apprendo che in risposta ai missili lanciati dalla Corea del Nord, il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha redatto una nota in cui esprime «forte condanna» per queste azioni - letteralmente - bellicose.

Purtroppo non conosco personalmente nessun membro del Consiglio, altrimenti avrei avuto l’occasione di fargli notare che, con un linguaggio simile, blando come la camomilla allungata, oggigiorno non si va da nessuna parte. Se si vuole ottenere qualcosa (dai voti all’audience, dai “like” su Facebook ai retweet su Twitter: perché, che cosa altro conta?) occorre ingranare la marcia più alta e non aver paura di schizzare un po’ di fango.

Innanzitutto, bisognerebbe informare il signor Kim Jong-un che non dovrà mica vedersela con dei “buonisti del c...” e se è pur vero che da queste parti allignano ancora dei “comunisti di m...” (al par suo), questo non vuol dire che non si possa venir lì tutti quanti a stuprargli le donne, specie quelle socialdemocratiche, se ne ce sono.

Così si parla, credo, a un dittatorello straniero - e sottolineo straniero - che tira missili clandestini - e sottolineo clandestini - i quali, nessuno lo ha mai verificato, potrebbero anche essere in odore - e sottolineo odore - di Islam. Ma a parte questo, è il linguaggio che conta: con la sottigliezza, l’ironia e l’umorismo non si vincono le guerre. Con la rozzezza, il sarcasmo e l’ottusità invece si perdono ancor prima di combatterle. Ma vuoi mettere quanti “like”?

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