Internet ha segnalato con la dovuta dose di indignazione e ironia gli svarioni storici dei concorrenti de “L’eredità”, il quiz a premi condotto su Raiuno da Carlo Conti. Dico dose “dovuta” ma nel contempo ne dubito: per chi colloca l’elezione di Hitler a cancelliere della Germania nel 1979 non ci sarà mai a sufficienza dell’una e dell’altra.
Azzarderei addirittura un passo ulteriore: chi commette un errore storico così grossolano mi fa perfino più paura di un nazista il quale, oggi, persista nel suo altrettanto grossolano errore ideologico. Il secondo, in qualche modo, piazza Hitler in un quadro di riferimento; il primo, basandosi su coordinate tanto sgangherate, è invece capace di tutto. Sistemare Hitler al centro dell’Europa nel 1979 significa non avere un’idea per quanto vaga del contesto storico e sociale in cui si vive: una simile mancanza di fondamenta può causare ogni sorta di imprevedibile smottamento comportamentale e logico. Significa, per inciso, pensare che Hitler sia contemporaneo al rock’n’roll («musica degenerata», senza dubbio) e che abbia assistito con orrore allo sbarco sulla Luna da parte degli americani nel 1969. Forse, abbandonata precipitosamente la Polonia, per ripicca si sarebbe avventato su Saturno.
E’ ben vero che, con il passaggio delle generazioni, la nostra già approssimativa conoscenza della Storia perde ulteriori gradi di precisione: c’è chi, a botta fredda, fa confusione tra il Risorgimento e il Rinascimento e, richiesto di piazzare Carlo Magno su un gradino della scala temporale, finisce per farlo diventare contemporaneo di Carlo V, ma a tutto c’è un limite. Hitler è ancora “Storia nostra”, alcuni reduci della Seconda guerra mondiale sono tra noi: perché mai avrebbero combattuto se, dopo tanto massacro, il Führer avesse potuto tranquillamente assistere, per esempio, alla prima de “La febbre del sabato sera” (1977)?
C’è infine da tremare al pensiero che i soggetti di cui sopra prima o poi da concorrenti si trasformeranno in elettori. Cercheranno sulla scheda il nome di Napoleone? «Dov’è? Mi è piaciuto tanto quando ha detto “Il dado è tratto”».
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