È stato fatto notare in più di un'occasione come sia difficile spiegare la politica italiana agli stranieri. Con meno insistenza è stata riportata un'altra verità: agli stranieri della politica italiana non importa più una verza.
Nel migliore dei casi, questo disinteresse è un atto di delicatezza. Non si parla di Pearl Harbor appena si conosce un giapponese, non si tira in ballo Brunetta o Quagliarello appena si incontra un italiano. Gli altri stranieri, quelli non così delicati, giustamente se ne fregano e tirano sera benissimo - o malissimo, dipende - senza preoccuparsi della sorte delle larghe intese. C'è però una ristretta categoria che della politica italiana è costretta a occuparsi giocoforza: quella dei giornalisti dei grandi network internazionali tipo Cnn, Fox o Bbc. Nel raccontare le nostre vicende nazionali questi impeccabili mezzibusti sono però incappati negli ultimi giorni in evidenti segni di cedimento. Non più i sorrisi imbarazzati di un tempo, quando al pubblico mondiale si cercava di spiegare il concetto di “Mastella”: le espressioni ora sono spazientite e risentite. L'Italia, insomma, non fa più neanche ridere: è diventata un indovinello senza soluzione e, come tale, profondamente frustrante.
Il giornalista tv chiamato a raccontarlo si esibisce di solito in scrollate di testa, sbuffi, gesti di resa. Lo vediamo strabuzzare gli occhi, balbettare un poco e il linguaggio del corpo - le braccia tese sulla scrivania, il movimento nervoso della spalla, l'irrigidimento della mascella - denuncia tutto il suo disprezzo per la materia, tutto il suo desiderio impellente di passare ad altro. E infatti, poco dopo, passa ad altro: c'è da raccontare di un'autobomba in Pakistan, della neonata relazione tra Iran e Stati Uniti, di una nuova attrazione a Disneyland. Tutto, tutto, ma non la politica italiana. Se non resta altro, va bene anche un'alluvione in una remota provincia cinese: vuoi mettere?
© RIPRODUZIONE RISERVATA