Buona domenica,
avrei tanto tanto tanto voluto dedicare quest’ultim’AlterInCom prenatalizia a un soggetto che mi sta molto a cuore, ovvero “cosa regalare a chi detesti davvero”, dramma che ognuno di noi conosce e che si rinnova anno dopo anno nei confronti di soggetti diversificabili e dai molti nomi (generi, cognati, consuocere, odioso portinaio della ditta, Ruggero). Ma mi sembrava eccessivo spenderci un’intero numero del supplemento senza rispondere al grido di dolore di chi non ha ancora trovato qualcosa di particolare da regalare (in ambito culturale e para-tale, si intende, altrimenti accomodatevi sui soliti copriuova di lana con le greche). Quindi, fermo restando che il regalo migliore per chi detestate è e rimane il solo e unico NANO DA GIARDINO IN PIETRA DURA, soprattutto se il ricevente NON HA giardino (esso è anche abbastanza pesante da sfondare i balconi, è ingombrante ovunque, occupa un sacco di spazio ed è difficile da smaltire) (non sapete dove trovarlo? Posso fornirvene, a me ne hanno regalati parecchi...) (ehm...) (dicevo?) Ah, sì, ecco la shortlist per queste ultime ore utili. Ciascuna di codeste cose è da me stata veduta a Como ed è, quindi, reperibile a meno che, naturalmente, non sia stata venduta l’ultima copia. In quel caso vi ricordo che ci saranno altre occasioni per parlare con l’Altissimo nei prossimi giorni.
CDXMAS
Tre titoli tre che potrebbero essere sfuggiti all’appassionato di musica, uno pop rock, uno jazz e uno classico. Per il disco di Mina in salsa Disney non avete bisogno di me.
NICK CAVE & THE BAD SEEDS
Live from Kcrw (Mute)
Confesserò una cosa: delle due anime del truce australiano, quella che da sempre mi fa sdilinquire è quella spudoratamente romanticona, quella della ballata pianistica che ti ascolti abbracciando la tua dolce metà con i lacrimoni che scorrono giù mentre sospiri pensando che, dopotutto, la vita è bella assieme a te (a te la dolce metà, intendo, non Nick Cave, che avercelo in casa deve essere un discreto peso). L’anima “iradiddio” che ha rispolverato con il progetto Grinderman dopo averla sopita per un po’ è sempre meno convincente, intanto perché i tempi dei Birthday Party sono ben lontani, come quelli dei Bad Seeds originali, e poi perché a 56 anni suonati, a fare il tenebroso inizi a sembrare un po’ la macchietta di te stesso (Nick Cave, intendo, non la dolce metà). Dopo il buon Push the sky away (una legge dice “qualsiasi disco metta in copertina la foto della moglie nuda dell’autore non può essere malvagio) esce questo live dal titolo impronunziabile – è la sigla di una radio – ma dal contenuto eccellente. Per i cuori infrangibili (ma non necessariamente infranti)
KEITH JARRETT
No end (Ecm)
Jarrett sta al jazz come il pane sta a tavola: piace (più o meno) a tutti indiscutibilmente. Però conn questo nuovo vecchio lavoro (nel senso che le registrazioni risalgono a metà anni Ottanta, ma non erano mai state pubblicate prima) potrete lasciare a bocca aperta il ricevente, proprio come proclamavano le pubblicità, anzi, le réclame degli anni Ottanta medesimi (STUPITE I VOSTRI AMICI!). In esse il Jarrett suona pochissimo il pianoforte, anzi, quasi per nulla, cimentandosi invece con chitarra, basso e batteria nell’arte della sovraincisione per musiche che si estendono sulla lunghezza di due cd, tribali e inconsueti.
VLADIMIR HOROWITZ
Live at Carnegie Hall (Sony)
È caro, siamo sopra i 100 sacchi. Però... Però regalate un box A FORMA di Carnegie Hall (sarebbe kitsch per qualsiasi altra forma d’arte, ma in quella sottile del cd tutto cià è semplicemente meraviglioso) contenente la bellezza di quarantadue (42) dischetti con tutti i récital del grande maestro registrati nella storica sala newyorchese, sette dei quali completamente inediti. Il contenuto è meraviglioso, la confezione... er... come si dice? Ah, sì: “Fa arredo” e, come il noto cofanetto di caramelle, non si incarta, non si incarta mai.
NATALIBRI
Ho detto e ripetuto che (tendenzialmente) non consiglio mai narrativa perché il campo è spinoso e accidentato (qualsiasi libraio, del resto, può raccontarvi di clienti che hanno chiesto consigli tipo “Cos’ha per un bambino che non sa ancora leggere?” o “Ho regalato l’autobiografia di Agassi a mio marito al suo compleanno, gli è piaciuta tantissimo. Non ne ha scritta un’altra” o anche “Volevo... er... non ricordo il titolo, ma è di... ehm... Non ricordo l’autore perché... No, aspetti eh. No... Ecco! Sì! Ah, no, non è quello. La copertina è bianca con un disegno di una cosa... Eh, me l’ha consigliato uno con una mail di domenica...”) quindi opto per piccole preziosità.
MARCELLO MARCHESI
Il dottor Divago (Bompiani, 219 pagine, 10 sacchi)
Per la prima volta viene raccolta in volume la produzione umoristica di uno dei fondatori della comicità italiana: come giornalista prima e come autore radiofonico e televisivo poi, Marchesi ha fatto ridere due generazioni con le sue battute fulminanti. Un umorismo dissacrante e mai volgare, che ha animato mezzo secolo di spettacolo e continua a strappare risate ironizzando sui vizi dei famosi e sulle manie della gente comune. Una scrittura sferzante, capace di attraversare con il sorriso ricchezza e povertà, vecchiaia e giovinezza, sacro e profano. Le battute di Marchesi - piccole storie, filastrocche, aforismi - raccontano un mondo surreale in cui non possiamo fare a meno di riconoscere il meglio e il peggio di noi stessi.
NdA: questa è una perla assoluta (quest’anno è stata pubblicata anche un’altra raccolta, Il malloppo, che potete scambiare con questa nel caso) per un modello inarrivabile quanto può esserlo l’uomo che ha coniato proverbi come “Nessuna nuora, buona nuora” o “La cultura a dispensa dispensa dalla cultura”. Prima delle “formiche”, prima di Spinoza (non il filosofo), di Luttazzi (non Lelio) e di tutti gli altri libri umoristici c’era lui, capirà caro lei...
WILL CUPPY
Declino e caduta di praticamente tutti (Add editore, 285 pagine illustrate, 16 sacchi)
È una satira raffinata ed esilarante sui più importanti personaggi della storia dell'umanità. Dai faraoni ad Alessandro Magno, da Lucrezia Borgia agli zar russi, questo libro racconta le vicende dei grandi della storia, senza risparmiare feroci e brillanti stilettate. Il tutto rigorosamente verificato dal coltissimo, pignolo e finalmente riscoperto Will Cuppy.
NdA: ecco, questo invece non lo conosce quasi nessuno più. Sarà umorismo d’altri tempi e quindi assolutamente non divertente per chi ha meno di... trent’anni? Però per tutti gli altri è una lettura gustosa, fintamente incolta, eccellente per accompagnare la cioccolata calda di Santo Stefano scaldandosi i piedi con le babbucce di lana fuori misura fatte dalla nuora con le sue manine d’oro (è proprio vero che nessuna nuora...)
JAMES JOYCE
Finn’s Hotel (Gallucci, 128 pagine, 13 sacchi)
“Joyce è il caso limite di tutto il Novecento letterario, un caso abnorme, forse il più anomalo. L'immane apparato che gli hanno stretto intorno farebbe passar la voglia di affrontarlo, a tutto scapito dell'opera però, della sua vitalità inesausta. Dotato di un orecchio unico, assoluto, di un senso del linguaggio come nessun altro mai, nella sua cecità vedeva la "meccanica" più che il contenuto del linguaggio e ciò gli permise di convogliarvi tutto. Joyce è lo scrittore che fa qualcosa che nessun altro scrittore sa fare o sa fare così bene con le parole e quel qualcosa è il testo stesso in tutta la sua grazia, la sua gloria. Per il lettore questo libro rappresenta l'opportunità di un guado meno arduo, superabile con pochi, brevi, allegri e accorti balzi, tra i due pinnacoli dell'opera joyciana, Ulisse e Finnegans Wake. Finn’s Hotel è ancora il primo e già il secondo. E sempre Joyce: il sommo artefice che scrive il Libro, l'opera d'arte totale, la Grande Opera alchemica, passata beninteso al setaccio dell'ottica sprezzante modernista. Da qui, da queste pagine succose, nucleari, è possibile partire per arrivare a intravedere l'onniespansiva ragnatela d'echi da lui messa in onda e che si carica di altre sfumature nel nuovo millennio”. (Ottavio Fatica)
NdA: solo uno che fa Fatica di cognome poteva cimentarvisi. Dal canto mio mai avrei pensato di poter segnalare un libro “NUOVO” di JJ che come troppi sanno è la mia passionaccia incondivisibile, che quando nomino si accenna un sorrisino e si alzano gli occhi al cielo pensando “poveraccio, e se ne vanta pure”. Ridete, ridete. Intanto leggete e regalate questa raccolta di bozze che, per tradurre Fatica che a tradurre JJ non se ne esce sanissimi, comprende frammenti poi terminati nel Finnegans Wake. ma scritti ancora nello stile dell’Ulisse. Oh, cavolo, conoscerete un professore, un letterato, altrimenti regalatelo al posto del Nano da giardino...
NATALIBRILLUSTRATI
“Nessuno pensa ai bambini?” (op. cit.) Io, che posso pensarli tanto tanto tanto tenendoli ben distanti distanti distanti. Qui fumetti per figli propri e altrui, pensati per fascia d’età.
CHARLES M. SCHULTZ
Uno, nessuno e centomila Snoopy (Baldini&Castoldi, 269 pagine illustrate, 19,90 sacchi)
Quanti sono i travestimenti del più grande bracchetto trasformista della storia? Snoopy sogna, scrive, filosofeggia. E intanto diventa boy scout, studente, agente segreto, giocatore di baseball, chirurgo, pilota, surfista, ballerino... Noi sogniamo con lui, mentre gioca a "facciamo che io sono": il gioco di tutti i bambini, ma anche degli adulti, del mondo. In un volume unico la collezione completa dei 176 travestimenti di Snoopy, accompagnati dalle strisce in cui sono apparsi per la prima volta.
NdA: sì, lo so, son 176 e il titolo dice 100.000, ma tanto lo consiglio per frugoletti da quando sanno leggere ai dieci anni come base (ma naturalmente va bene pure oltre) e nessuno sarà così pignolo. Tranne te...
MAGNUS
I briganti (Rizzoli Lizard, 334 pagine illustrate, 24 sacchi)
Il racconto di una rivoluzione, quella dei diseredati che finalmente insorgono contro il giogo della casta, e avanzano sotto un cielo solcato da fasci luminosi di "gordoniana" memoria: ecco come Magnus tradusse il classico della letteratura cinese del XV secolo, I briganti. Attraverso i chiaroscuri del maestro bolognese scaturisce quindi una storia dal sapore orientale a tinte forti, immersa in atmosfere medievali che all'improvviso si popolano di motociclette, astronavi, tank da guerra e flotte di astronavi coinvolte in scontri intergalattici.
NdA: diverso dal Magnus divertente e grottesco di Alan Ford, ma anche da quello dark di Kriminal e Satanik, ma pure da quello zozzone de Le 110 pillole, Necron e affini. Un grande capolavoro che direi può piacere dai 14 in su.
EDWARD GOREY
I piccini di Gashlycrumb (Adelphi, 64 pagine illustrate, 14 sacchi)
L'alfabeto più nero di Edward Gorey. E, paradossalmente, il suo libro più amato dai bambini.
NdA: e perché stupirsi? Ai bambini piace il macabro da molto prima che Tim Burton lo trasformasse in pane comune. È piccino anche codesto librino del grande illustratore, un cadeau.
DVDISMI
Ovvio che quella sera guarderete La vita è meravigliosa su qualche canale (in una copia più o meno consumata), però... (tra l'altro potreste regalarlo in edizione restaurata, è sempre una bella idea, anche perché con la scusa che lo danno ogni anno, nessuno lo vede mai. Povero Angelo 101...)
Let’s get lost (Usa, 1988 120 minuti) di Bruce Weber
Chet Baker è stato uno dei piú importanti trombettisti jazz mai esistiti, ma la sua vita è divenuta celebre anche per i suoi continui eccessi in fatto di droga, donne, violenza. Weber, celebre fotografo di moda, ne costruisce con questo documentario un ritratto che funziona come un romanzo.
NdA: non era mai uscito in dvd ed è un capolavoro in bianco e nero oggi come allora, un film di una tenerezza e, contemporaneamente, di una durezza sconcertante, sullo sfondo di musica celestiale.
Kiki. Consegne a domicilio (Giappone, 1989, 102 minuti) di Hayao Miyazaki
Compiuti 13 anni Kiki, una streghetta simpatica e maldestra, parte alla ricerca di una città bagnata dal mare in cui svolgere il suo anno di apprendistato. In compagnia dell'inseparabile gatto nero parlante Jiji, Kiki arriva nella città di Koriko dove inizia a guadagnarsi da vivere facendo consegne a domicilio a cavallo della sua scopa di saggina. Superate le difficoltà iniziali, la giovane strega, grazie ai suoi poteri magici e alla conoscenza di persone che la fanno sentire a casa, riesce a rendersi indipendente. Ma nella vita, si sa, non tutto fila sempre liscio e le sorprese sono dietro l'angolo.
NdA: è arrivata in Italia solo quest’anno questa vecchia, ma sempre bellissima, opera di Miyazaki, da regalare ai figli, nipoti e frugoletti vari perché crescano con un po’ più di magia negli occhi (a mandorla?)...
394. Trilogia nel mondo (Italia, 2011) di Massimiliano Pacifico
Il film ricostruisce le tappe di un viaggio che tocca, fra le tante città, Berlino e Mosca, Parigi e New York, Madrid e Istanbul, al seguito della lunga tournée internazionale di Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni, diretta e interpretata da Toni Servillo. Non solo un film sul teatro, sugli attori e la recitazione, ma anche il vivace racconto di un’esperienza speciale, attraverso un confronto intenso e talvolta divertente con luoghi, culture e stili di vita diversi.
NdA: con volume appresso, come sempre accade ai titoli della collana di Feltrinelli Real Cinema. Intanto che La grande bellezza aspira alla statuetta dorata...
E per chiudere, un ultimo favore, i link a tutte le AlterInCom natalizie precedenti per altri suggerimenti. Su, che manca poco.
http://www.laprovinciadicomo.it/blog/LaSettimanaInCom/alterincom-vol-vii_1000595_41/
http://www.laprovinciadicomo.it/blog/LaSettimanaInCom/alterincom-vol-viii_1000625_41/
http://www.laprovinciadicomo.it/blog/LaSettimanaInCom/alterincom-vol-ix_1000655_41/
È tutto gente, buona caccia, sappiatemi dire (sì, prima o poi, probabilmente dopo l’Epifania uno speciale “come riciclare i regali senza farsene accorgere” o anche “guarda, purtroppo me l’hanno incartato così, ma pensa te... Ti piace?”...
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