Buona domenica,
esauriti i suggerimenti natalizi (a proposito, com’è andata? Vi hanno regalato ciò che desideravate? Avete fatto dei regali graditi? O com’è più consueto è andato tutto un po’ à la vache? Ricordate che c’è sempre chi sta peggio: non chi non ha ricevuto nulla, ma chi ha ricevuto il nano da giardino in pietra dura) a questo punto dovrebbero scattare quelli capodannizi, ma si presume che siate già organizzati. Vorrei poter approfittare dello spazio dell’AlterInCom per proporre dei last minute interessanti e particolari per chi, invece, non ha nessuna idea, ma non ve ne sono. Sono bellissimi, però, i volantini (che volano, quindi flyer, ma non vedo perché dirlo in inglese) delle varie discoteche che propongono immagini di donne bellissime infilate in vestitini costosissimi, truccate evidentemente dal visagista delle dive (quello nuovo), che brindano sorridenti con calici spumeggianti di champagne (che sciampagnanti di spumante non si dice), una via di mezzo tra Las Vegas e Montecarlo, insomma, anche se il posto è nell’hinterland milanese a due passi dalla discarica ed è frequentato solo da dopolavoristi della locale manifattura di yeyo oppure potreste incappare in una festa come questa...
Nonnonnò: questa settimana l’unica cosa possibile. Idee per chi se ne rimarrà, giustamente, ben tappato in casa.
CAPODANNO IN MUSICA
Per i valzer viennesi e tutto lo Strauss che avreste mai voluto ascoltare c’è la mattina dell’uno. Dirigerà, guarda un po’, un Barenboim fresco transfuga d’Alla Scala e in repertorio, causa 150° anniversario della nascita che cade nel 2014, entra Richard Strauss che, con i due Johann padre (quello della Marcia Radetzky) e figlio (quello del Danubio blu e di tutti gli altri più celebri), ma pure con Josef e Eduard Strauss non aveva nulla a che fare, a parte il cognome. Ma tanto per entrare nel clima della celebrazione vi propongo due dosi di Richard per tirare mezzanotte (se fate il cenone con gli amici sarà sicuramente oggetto di discussione, potreste perfino scoprire epiteti di cui ignoravate l’esistenza), ovvero un Così parlò Zarathustra da metter su una mezz’oretta prima della mezzanotte, se volete che termini con il clou
https://www.youtube.com/watch?v=IFPwm0e_K98
Oppure un bel Cavaliere della rosa pure da vedere se volete farci serata (dura tre ore e spicci, ottimo anche per il pomeriggio di Capodanno):
https://www.youtube.com/watch?v=HAw4iDDWby8
(se invece volete ballare sotto la palla con gli specchi facendo il trenino attorno al tavolo non avete bisogno di ciò)
CAPODANNO CON UN LIBRO
Uh, che cosa triste, solitaria e finale? Tutt’altro. Tra l’altro è utile portarselo dietro anche se si va in casa d’altri qualora la noia diventasse insostenibile (avviene, in genere, subito dopo il brindisi, prima del cotechino con lenticchie). Se siete a casa potete stare seduti placidamente a leggere in poltrona dimenticandovi conti alla rovescia, scoppi e botti, fuochi e tutto il resto. Se siete ospiti regalatelo, costringete il vostro generoso anfitrione a scartarlo e poi appartatevi con esso qualora ve ne fosse il bisogno (se invece volete fare conversazione attorno al libro che state leggendo, conviene che teniate *sigh* Fabio Volo in tasca – per lui – o Margareth Mazzantini – per lei, o l’autobiografia di Agassi che è unisex). Che libro? Per viaggiare senza muoversi propongo
La storia del mondo in dodici mappe di Jerry Brotton (Feltrinelli, 526 pagine illustrate, 39 sacchi)
Nel corso della storia le carte geografiche hanno modellato la nostra visione del mondo e il posto che vi occupiamo. In questo libro, Jerry Brotton sostiene che, lungi dall'essere meri strumenti della scienza, le mappe del mondo sono inevitabilmente descrizioni parziali e soggettive, intimamente legate ai sistemi di potere, all'autorità e alla creatività di tempi e luoghi particolari. I disegnatori di mappe non si limitano a raffigurare il mondo, lo costruiscono sulla base delle idee vigenti nella loro epoca. Questo libro analizza il significato di dodici mappe del mondo riprese dalla storia globale, a partire dalle rappresentazioni mistiche della storia antica e per finire con le immagini di derivazione satellitare contemporanee. Ricrea gli ambienti e le circostanze in cui queste carte sono state fatte, mostrando come ciascuna di esse trasmetta un'immagine estremamente personale del mondo: la prospettiva cristiana centrata su Gerusalemme del Mappamundi di Hereford del XIV secolo; la più antica mappa coreana che mostra la Terra intera, compresa l'Europa; la prima autentica visione del mondo globalizzato del portoghese Diogo Ribeiro agli inizi del XVI secolo; la proiezione negli anni Settanta del Novecento che aveva l'ambizione di dare uguale dignità al "terzo mondo" e il pianeta secondo Google. Brotton rivela come ogni mappa abbia tanto influenzato quanto riflesso gli eventi contemporanei e come, leggendole, si possano meglio comprendere gli universi che le hanno prodotte.
NdA: attenzione, posizionate il libro ben distante dal Solo Al Mondo che si incaricherà di stappare a mezzanotte inondando a destra e a manca...
CAPODANNO ALLA TV SENZA CONTO ALLA ROVESCIA
Sull’Arai il Capodanno è ormai territorio esclusivo di Carlo Conti (che è l’unico personaggio televisivo dopo Emilio Fede a essere costantemente color emiliofede) mentre quello di Canale5 è presentato da Serena Autieri e Alvin (che non so se è un essere umano che non conosco oppure lo scoiattolo di cartoon, anche perché esso mi risulta essere supestar della prima serata di Raiude e sarebbe conflitto di roditore). È troppo per il nostro misero cervello umano. In compenso si può variare su
Raidue, ore 23
Gli aristogatti (Usa, 1970, 100 minuti) di Wolfgang Reitherman
Parigi, 1910. Madame Adelaide, una ricca, eccentrica e anziana signora, ex stella del firmamento lirico, decide di fare testamento e nomina eredi dei suoi ingenti beni i suoi quattro Aristogatti: mamma Duchessa e i cuccioli Minou, Bizet e Matisse. Madame Adelaide è rimasta sola al mondo e i quattro gatti sono i suoi affetti più grandi. A margine di questa "famiglia" c'è il maggiordomo Edgar, che sarà erede alla morte degli Aristogatti. Ma l'uomo, ansioso di mettere subito le mani sulle ricchezze della signora, decide di sbarazzarsi dei concorrenti a quattro zampe. Una notte di temporale li rapisce, ma li perde per strada durante l'incontro poco piacevole con due cani randagi. Persi per le insidiose vie di una città che non conoscono, la raffinata Duchessa e i suoi vispi cuccioli provano a tornare a casa, con l'aiuto dell'aitante Romeo, un gatto vagabondo, gigione dal cuore d'oro, incontrato per caso.
NdA: è un Disney che meglio si può tranquillamente gustare anche in età adulta. Dopo avere visto la versione originale, dove la canzone dei titoli è interpretatata con l’“asciònto” francese da Maurice Chevalier e dove il gattone si chiama Thomas O’Malley invece di essere inspiegabilmente un romanaccio a Parigi faccio un po’ fatica a perdonare la Rai che si ostina a tenere sull’altro canale audio le descrizioni per non vedenti (nobilissimo intento, se ce ne fosse mai una, ma non accade mai...)
Italia1, ore 23.45
Paura e delirio a Las Vegas (Usa, 1998, 115 minuti) di Terry Gilliam con Johnny Depp, Benicio Del Toro, Tobey Maguire, Ellen Barkin, Gary Busey.
Stati Uniti d'America, 1971. Il giornalista Raoul Duke e il suo imponente avvocato, il dottor Gonzo decidono di partire a bordo di una decappottabile rosso scuro verso la città di Las Vegas. Nel bagaglio, sostanze farmaceutiche e bevande in grado di far uscire di testa chiunque.
NdA: ah, un bel cult movie sballatone da vedere in compagnia... Forse inadatto per i sobri... Attenzione che è preceduto dall'orrido trashone Ho vinto la lotteria di Caopodanno con Paolo Villaggio e dal melenso L’attimo fuggente (alle 21.10) che, comunque, ha sempre il suo pubblico...
La7, dalle 21.10
Assassinio sul treno (Gran Bretagna, 1961, 87 minuti)
Assassinio al galoppatoio (Gran Bretagna, 1963, 81 minuti)
Assassinio sul palcoscenico (Gran Bretagna, 1964, 90 minuti)
Assassinio a bordo (Gran Bretagna, 1964, 93 minuti)
Tutti diretti da George Pollock, tutti interpretati da Margaret Rutherford
NdA: ovvero Capodanno con Agatha Christie e Miss Marple, che saran datati, lontani dal gusto dei gialli contemporanei così tanto che pure La signora Fletcher (che pure prende spunto palesemente da qui) sembra Tarantino al confronto, però relaxano e distraggono. Dopo questa tetralogia (ecco, tra le cose che odio sono i pronunciatori della parola “quadrilogia”) c’è anche Dieci piccoli indiani, però nella tarda versione diretta senpre da Pollock nel 1965, inferiore a quella sublime di René Clair di vent’anni prima. Però, se siete ancora svegli alle quattro perché le gozzoviglie del vicino non vi lasciano dormire... A meno che non siate me: io non mi faccio dormire da solo, anche quest’anno come tutti gli anni. Buon anno...
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