ALTERINCOM, VOL. XIII

ALTERINCOM, VOL. XIII

Buona domenica,

un altro anno a cercare la bellezza ovunque mentre la bruttità cerca di tenerla nascosta nei luoghi più imi. L’inizio non è dei migliori. Ieri la direzione dell’Orchestra Mozart ha comunicato che “le attività e sono temporaneamente sospese”. Fondata a Bologna nel 2004 e diretta da Claudio Abbado (affiancato quattro anni fa da Diego Matheuz), è un ensemble di prima grandezza, con il fior fiore degli artisti europei. Ma ai problemi dell’anziano direttore artistico, che ha saggiamente provveduto ad “autosostituirsi”, si sommano quelli economici. Chi salverà la musica?

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Un omaggio alla Mozart:

https://www.youtube.com/watch?v=aDVuo7dHtoc&feature=youtube_gdata_player


DISCOLI

https://imagizer.imageshack.us/v2/244x244q90/849/w4u1.jpg


BOCEPHUS KING

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Amarcord – A retrospective (Appaloosa)

Che all’amico piacesse Fellini lo diceva già l’antica Eight and a half (ovvero Ottemmezzo), che amasse, riamato, l’Italia lo testimoniano le frequenti incursioni nel nostro Paese: c’è chi è “big in Japan”, James Perry in arte Bocephus King è “big in Italy” e se c’è un posto dove è pure “biggest” è Cantù. Vi si appalesò tanti anni fa (era il ‘98 o il ‘99, ora dovrei controllare) in una notte in cui, chi c’era, rimase folgorato per sempre. Alla fine di un concerto strepitoso, al calor bianco, entrambi alterati io & esso, gli dissi “non so cosa sia mai il Bocephus, ma se questo è il Bocephus tu ne sei sicuramente il re”. È passata tanta acqua sotto i ponti (infatti ora beve preferibilmente H2O), non ha avuto il successo che tutti gli auguravamo e che strameritava, ma giustamente se ne sbatte e “keep on keepin’ on”, continua a continuare come suggeriva Bob Dylan (a proposito, ANNUNCIAZIÒ ANNUNCIAZIÒ: DOMANI SERA – LUNEDÌ 13 – IN APERTURA A BOBO RONDELLI ALL’UNAETRENTACINQUECIRCA A CANTÙ, BOCEPHUS PLAY DYLAN). Questa è un’antologia del suo passato con molti pregi e quasi nessun difetto (il quasi è dovuto all’assenza di qualche brano a cui sono particolarmente affezionato, ma non si può avere tutto) (ah, diamine, sì che si può...). Un pregio grandissimo è la traduzione in italiano dei testi, fondamentali per comprendere un artista che si è abbeverato alle migliori fonti disponibili: oltre a Dylan (a ri-proposito, c’è una bellissima versione di Señor del Bob), sicuramente Waits, Springsteen, ma anche i beats, i maestri dell’hard boiled, il cinema underground, naturalmente il blues, soprattutto Willie Dixon (God damn!). Insomma: se lo conoscete, questo disco è da avere, se anche voi non sapete cosa è il Bocephus, egli ne è comunque il re. Un saluto al re:

https://www.youtube.com/watch?v=LC2YImotvL8&feature=youtube_gdata_player

NdA: la presentazione ufficiale del disco il 27 gennaio, sempre All’unaetrentacinquecirca, ma voi non dovreste mancare domani, anche perché con Rondelli e l’Orchestrino, se tanto mi da tanto, alla fine scatterà qualcosa...


BRUCE SPRINGSTEEN

High hopes (Columbia)

Pur avendo da qualche giorno ascoltato il nuovo album di costui (un costui di quelli che sommuovonmi parecchio) ero abbastanza titubante a consigliarlo. Intanto perché mi piacerebbe parlare qui di cose (in senso lato) che non trovano la giusta e necessaria esposizione altrove, e poi perché questo connubio tra Bruce e Tom Morello dei Rage Against The Machine / Audioslave non mi convinceva per nulla. Un po’ come se Robocop arrivasse ad aiutare Wyatt Hearp all’Ok Corral. Le canzoni con il chitarrista (tutte pedissequamente segnalate in copertina con un ripetuto “featuring Tom Morello”) avranno anche entusiasmato l’autore, ma non mi convincono troppo. Ma allora perché ne parlo? Perché, ciò nonostante, Hunter of invisible game con i suoi archi e la ballad acustica The wall sono tra le più belle canzoni scritte da Springsteen negli ultimi anni e anche se la versione di Dream baby dream dei Suicide non è efficace come quella che proponeva dal vivo anni fa, in ogni caso è da brividi. In compenso non so se sia più brutta la versione di The ghost of Tom Joad (a metà tra l’originale e la cover dei RATM) o la copertina che, secondo le note stampa, vorrebbe citare gli Elvis di Warhol. Giudicate voi, visto che tutto l’album è in streaming qui:

http://www.virginradio.it/30055/bruce-springsteen-high-hopes-streaming/


JORDI SAVALL – HESPERION XXI

BAL·KAN : MIEL & SANG

Bal·kan: Miel & sang. Les cycles de la vie (AliaVox)

Qui metto la scheda ufficiale: La regione dei Balcani trae il nome da un’etimologia particolarmente evocativa: è dopo aver scoperto la bellezza di questa cerniera dell’Europa, che corre dall’Italia al Bosforo, ma anche l’asprezza dei suoi abitanti, che opponevano una forte resistenza all’invasione, che i Turchi scelsero le parole Bal (Miele) et Kan (Sangue) per indicarla. Miele e sangue: mai una metafora s’è legata così bene al suo oggetto. Tanta ricchezza e tanti drammi concentrati in così poco spazio, da far venire le vertigini agli storici e agli artisti – tra cui i musicisti in prima linea. Jordi Savall ci invita a percorrere questa terra attraverso un programma ambizioso costruito attorno ai cicli della vita, in cui drammi intimi e drammi storici sono sempre coinvolti. 230 minuti di musica che esplora lo spettro delle emozioni umane, illuminate da innumerevoli tradizioni musicali dalle radici comuni. “Il futuro appartiene a chi ha la memoria più lunga”, diceva Nietzsche. Savall dimostra ancora una volta brillantemente che la musica ha un ruolo importante nella costituzione di una memoria collettiva, permettendoci di costruire il nostro avvenire. Questo libro-cd riccamente documentato, con cinque saggi e una cronologia dei Balcani tradotti in dodici lingue, dovrebbe trovarsi nella discoteca e nella biblioteca di ognuno di noi. Informazioni qui:

http://www.alia-vox.com/cataleg.php?id=116

NdA: confermo e specifico che i dischi son poi tre. L’ennesimo imperdibile di Savall...


IMPAGINATI

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ROSSANA ROSSANDA, MARIUCCIA CIOTTA E ROBERTO SILVESTRI

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Il film del secolo (Bompiani Overlook, 341 pagine, 19 sacchi)

Questo libro è il “racconto per immagini” degli ultimi cent'anni, l’epoca del cinema, attraverso una conversazione a tre, Rossana Rossanda, Mariuccia Ciotta e Roberto Silvestri che hanno condiviso per lunghi anni le pagine del Manifesto. Confronto / scontro di sguardi e biografie diversi, queste pagine intrecciano memorie all’opera e la storia del grande schermo nel suo specchiarsi con la realtà e nel prendere parte ai grandi conflitti. “To shoot”, sparare, non è forse anche il linguaggio del cinema? Il risultato è quasi un film, non conciliante, aperto, dove il flashback diventa il presente e mette a fuoco questioni irrisolte, politiche ed estetiche. Avanguardie e pop, classici e nouvelle vague, autori e generi, dark ladies e “fidanzatine”, divi e Actors Studio, Hollywood ed Europa, film trascendenti e guerre stellari, estremo oriente e Cuba, parole e visioni, documentario e fiction, fino allo smaterializzarsi dell’immagine analogica. Il cinema come pensiero motore, fiancheggiatore critico del mondo, capace a volte di riconfigurare il sensibile e di vedere al di là del tempo, sempre a caccia di rivoluzioni possibili.

NdA: e, aggiungo io, una conversazione appassionante e appassionata per chi ha capito che l’arte della creazione di mondi di luce è davvero magnifica ossessione


DAVID MICHAELIS

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Schulz e i Peanuts. La vita e l’arte del creatore di Snoopy, Charlie Brown & Co. (Tunué editore, collana Lapilli giganti, 672 pagine illustrate, 29 sacchi)

Il successo internazionale dei Peanuts è una delle costanti nella cultura pop. I personaggi creati da Schulz - così autentici e al contempo così filosofi, sono da oltre sessant’anni fra i più amati al mondo. Tutti abbiamo letto le strip di Linus, Snoopy, Charlie Brown, Lucy, Schroeder e i loro amici, e ne abbiamo tratto buonumore e malinconia, ma anche citazioni e massime di vita: Peanuts è un capolavoro d’arte destinato a rimanere nella storia. Ma chi era Charles Monroe Schulz? La vita, il carattere e i retroscena della sua carriera vengono qui svelati da David Michaelis.

NdA: il libro è molto più interessante di quanto promette questa banalissima scheda, santa polenta...


MARC CHAGALL

I classici a colori: Le favole di La Fontaine; Il Paradiso; Le mille e una notte; Il flauto magico (Donzelli editore, collana Fiabe e storie, 1024 pagine illustrate – 4 volumi – 64 sacchi)

Solo il genio di Chagall poteva affrontare una sfida così grande. In questo volume vengono presentate insieme le illustrazioni di Chagall e i testi che le ispirarono: composte in momenti diversi della vita dell'artista, tra la Parigi degli anni Venti e la New York degli anni Sessanta. Tutto comincia quando l'amico Ambroise Vollard, propone a Chagall di illustrare le Favole di La Fontaine. Dopo l’immediato successo è la volta dell'Antico Testamento e delle Mille e una notte. “Imprevedibile, orientale, sospeso tra la Cina e l’Europa”: così Chagall ebbe a definire il suo impulso creativo. Nell’ultima stagione della sua vita, l’artista tornerà infine a cimentarsi con un classico della cultura mondiale, Il Flauto magico di Mozart. In questo caso, l'occasione è l’apertura della nuova sede del Metropolitan al Lincoln Center di New York.

NdA: lo so, non è a buon mercato, ma è una bellissima occasione per avere riunite in un solo cofanetto queste opere meravigliose.


TELETRASMESSI

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Raimovie, mercoledì 15 gennaio, ore 8.05

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L'asso nella manica (Usa, 1951, 112 minuti) di Billy Wilder con Kirk Douglas, Jan Sterling, Robert Arthur, Porter Hall e Frank Cady

In una miniera del Nuovo Messico un operaio è sepolto vivo. Un giornalista senza scrupoli sfrutta la situazione e, ritardando la liberazione del prigioniero, trasforma il luogo in un “grande carnevale” finché alla fine...

NdA: un Wilder lontanissimo dai toni della commedia e, quindi, altrettanto pochissimo visto. Invece è da riscoprire, vista la tematica che anticipa tutto il male televisivo a tre anni dalla nascita della Rai. Purtroppo il cinema, evidentemente, non trasmette anticorpi e non condiziona (con buona pace di chi ne vede solo le influenze nefaste sui ggiovani), perché se film come questo piuttosto che Le mani sulla città o Bellissima, per non dire di Quarto potere, ci avessero insegnato qualcosa, avremmo evitato il declino (ma anche Il declino di Hitchcock, pur se di Hitchcock, l’han visto in pochi)...


Laeffe, mercoledì 15 gennaio, ore 22.40

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Guida perversa all'ideologia (Gran Bretagna / Irlanda 2012, 136 minuti) di Sophie Fiennes con Slavoj Zizek

A sei anni dall’uscita di The pervert’s guide to cinema, torna una nuova guida del filosofo e psicoanalista sloveno Slavoj Zizek, realizzata nuovamente in collaborazione con la regista Sophie Fennes. Guida perversa all’ideologia è un compendio di riflessioni intelligenti e provocatorie che vertono, questa volta, sul ruolo e sulla natura delle ideologie nella società contemporanea e sulla relativa mistificazione del reale che esse producono.

NdA: poi, per chi non l’avesse visto, recuperate anche la Pervert’s guide to cinema...


Raimovie, sabato 18 gennaio, ore 19.05

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Operazione sottoveste (Usa, 1959, 124 minuti) di Blake Edwards con Cary Grant, Tony Curtis, Joan O'Brien, Dina Merrill e Gene Evans

Danneggiato da un bombardamento, rabberciato e riverniciato di rosa, costretto a imbarcare un gruppo eterogeneo di ufficialesse, bambini filippini e capre, un sommergibile USA cerca di raggiungere una base al largo delle Filippine.

 

NdA: non è ancora il Blake Edwards scatenato de La pantera rosa (anzi, di Uno sparo nel buio) e Hollywood party, però questa è una commedia realmente deliziosa, di quelle che van viste (o riviste) almeno una volta l’anno per rimettersi di buon umore...

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