ALTERINCOM, VOL. XV

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Buona domenica,

la notizia importante è che sta per partire Il cinema italiano. 9° festival a Como al cinema Astra, dall’1 al 9 febbraio. Tra gli ospiti di quest’anno Cristiana Capotondi, Silvio Soldini, Renato Scarpa e un bell’omaggio a Troisi con la riproposta de Il postino a vent’anni dalla scomparsa dell’attore. Se ne riparlerà, ma mi premeva segnalare che le tessere dell’associazione Sguardi, 18 sacchi per tutti i film (ho fatto il conto, esce 1.20 a film, direi che conviene) si possono acquistare in anticipo a partire da mercoledì prossimo (il 29) negli orari di apertura del cinema: mercoledì dalle 15 alle 17 e dalle 20.30 alle 21.30; giovedì 30 e venerdì 31 dalle 20.30 alle 21.30; sabato dalle 15 alle 18. Altrimenti durante il festival, da un’ora prima della proiezione. Io vi aspetto da lunedì 3 alle 18 per i film in concorso: è un ordine.

 

 

E vi offro un assaggio di quello che sarà la serata con Scarpa che ricorda Troisi:

http://www.youtube.com/watch?v=7Piy5_zsr0s


DISCOGRAFICAMENTE

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SPECIALE CLAUDIO ABBADO

Un ricordo del maestro attraverso tre pubblicazioni facilmente reperibili, spaziando nelle epoche in tutti i sensi (le sue e quelle dei compositori) e nei prezzi


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The Decca Years (Decca)

Tra il 1966 e il 1969 Abbado, poco più che trentenne, registrò nove lp per la storica etichetta (qui riversati in 7 cd). Il repertorio spazia da Beethoven a Ghiaurov, spaziando per Brahms, Bruckner, Hindemith, Mendelssohn, Prokofiev, Verdi, King dirigendo i Wiener Philharmoniker, la New Philharmonia Orchestra e la London Symphony Orchestra. Un ottimo punto di partenza.


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The Symphony Edition (Deutsche Grammophon)

La permanenza di Abbado alla Deutsche è stata lunga, più di quarant’anni in cui ha realizzato numerosissime, splendide incisioni. Ha registrato opere, musica contemporanea, concerti, ma in questo box di ben 41 cd ci si concentra sulle sinfonie. Di Beethoven (complete), Brahms (complete, e le due Serenate), Bruckner, Haydn, Mahler (complete), Mendelssohn (complete), Mozart e Schubert (complete). Grandioso.


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Bela Bartok: Concerti per pianoforte n. 1 e 2 (Deutsche Grammophon)

Abbado dirige la Chicago Symphony Orchestra con Maurizio Pollini al pianoforte. Incisione leggendaria (1980), meritevole di un Grammy e un primo sguardo al grande amore per la musica del Novecento. Questo è, naturalmente, un unico cd e a prezzo contenutissimo.


LETTERARIAMENTE

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CARLA VASIO

Vita privata di una cultura (Nottetempo, 316 pagine, 17 sacchi)

Con grande acutezza di sguardo, spesso illuminato da una felpata ironia, il libro di Carla Vasio è il ritratto dal vivo dei protagonisti del rinnovamento che ha scosso il mondo della letteratura e dell’arte in Italia tra gli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Ottanta, e del vento di invenzione che lo ha animato. Dagli scrittori e poeti del Gruppo 63 ai musicisti di Nuova Consonanza e alla musica elettronica, con le voci ineguagliabili di Michiko Hirayama e Cathy Berberian; dalla scoperta della sapienza orientale di Krishnamurti alla scuola junghiana di Ernst Bernhard; dai giovani pittori di Forma 1 all’Arte Povera; dall’effervescenza delle gallerie d’arte romane alle Biennali e ai grandi protagonisti della scena artistica internazionale. Tra i salotti dell’intellighenzia e i sottotetti o le cantine dove maturavano inquietudini e umori di cambiamento, il libro ci racconta una stagione d’amicizia in un’Italia finalmente aperta al mondo e alla ricerca intellettuale, in un gioco continuo di entusiasmi, delusioni e rilanci.

NdA: per alcuni un bel ripasso, che non è e non vuole essere un arido elenco o un inutile “bigino”, per tanti, per i più giovani, soprattutto, un modo per immergere le punte delle dita nel grande mare della cultura, dove pochi oggi sembrano voler nuotare davvero...


VITA SACKWILLE - WEST

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Il giardino (Elliot, 253 pagine, 22 sacchi)

La produzione poetica di Vita Sackville-West è dominata da due opere, The land e Il giardino. Grazie al primo, pubblicato nel 1927, l’autrice consolidò la sua fama all’interno della lunga tradizione letteraria pastorale inglese, ma solo molti anni dopo, nel 1939, iniziò la stesura del secondo poema che, nelle sue intenzioni, andava a completare un dittico e conteneva “molto più del semplice giardinaggio - tutte le cose in cui credo e quelle in cui non credo”. Opera dal carattere profondamente filosofico, Il giardino fu composto in maniera discontinua durante la Seconda guerra mondiale e fu pubblicato soltanto nel 1946, ottenendo un immediato successo e la vittoria del prestigioso Heinemann Prize. Pur seguendo la stessa divisione in stagioni adottata in The land, è un poema molto più intimo e simbolico, che esprime la fascinazione travagliata nei confronti della bellezza della natura oscurata dal conflitto e dalla morte. Il testo è accompagnato da un’introduzione del figlio dell’autrice, Nigel Nicolson.

NdA: una splendida edizione, con l’irrinunciabile testo a fronte, un prezioso canto alla natura, ma anche all’uomo che vuole prendersene cura... (ah, preciso che io non detesto, ma sostanzialmente non mi interessa il giardinaggio e se piace a me buon giardinaggio a tutti...)


ERIC NISENSON

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Chi ha ucciso il jazz? (Odoya, 336 pagine, 20 sacchi)

Chi ha ucciso il jazz? Esiste un nuovo Thelonious Monk? E un nuovo John Coltrane? Dov’è l'erede di Jelly Roll Morton? Nisenson si pone queste domande e ne esamina le sconcertanti risposte. E tempo di affrontare la realtà, afferma: il jazz, un tempo musica popolare e innovativa, è morto. Corrotto e ucciso dalla commercializzazione, dall’appropriazione da parte del mainstream. Il celebre autore e critico musicale ci spinge persuasivamente a riflettere su come oggi l’intera industria del jazz sia controllata da un selettivo gruppo di potere che sta attuando una stretta presa alla gola sulle componenti più vitali della musica. Quanto hanno influito le etichette discografiche e i musicisti “conservatori” nel mortificare l’innovazione, caratteristica così fondamentale e fondativa del jazz? Molti credono che il jazz abbia raggiunto il suo apice nei tardi anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, quando il genio di Miles Davis e John Coltrane scosse il pianeta. La maggior parte del jazz che vende oggi si rifa a questo periodo: una gallina dalle uova d’oro per l’industria discografica... una musica tecnicamente grandiosa, ma non più spontanea, scollegata dall’emozione.

NdA: ah, se almeno la metà delle persone che hanno applaudito Bollani a Chiasso ieri sera (o un centesimo degli spettatori della sua trasmissione) leggessero questo saggio (del quale, va detto, non condivido molte idee, ma resta interessante da conoscere: perché leggere sempre e soltanto cose con cui si è perfettamente d’accordo?)...


TELEVISIVAMENTE

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Giallo (canale 38), lunedì 27 gennaio, ore 21.05

Promotional image from the film Judgment at Nuremberg

Vincitori e vinti (Usa, 1961, 178 minuti) di Stanley Kramer con Spencer Tracy, Burt Lancaster, Richard Widmark, Marlene Dietrich, Montgomery Clift e Maximilian Schell

Il film tratta del terzo Processo di Norimberga del 1948 dove un anziano giudice americano viene invitato a presiedere una corte penale militare in un processo contro quattro giudici tedeschi, accusati di aver commesso crimini contro l’umanità durante il Terzo Reich. Il processo è il teatro in cui si esprime la personalità e a volte la perdita di umanità degli accusati, che reagiscono in modi diversi: chi non tradisce il suo ideale, chi si chiude dietro un assoluto silenzio, rifiutando ogni difesa, ma anche chi decide di ammettere le proprie colpe.

NdA: per il Giorno della Memoria i palinsesti propongono un repertorio di film sulla Shoah (non mancano Schindler’s list su Iris alle 21 e Il pianista su Premium Emotion, ma a pagamento – mentre l’anno dato in chiaro pochissimo tempo fa su La7 nel ciclo dedicato a Polanski, io 'ste cose non le capirò mai). Segnalo questo, che invece si sposta in là nel tempo per arrivare a Norimberga, perché si tratta del classico filmone hollywoodiano stravisto che, invece, nella realtà dei fatti non ha più visto nessuno, con cast strepitoso (Spencer Tracy giganteggia su tutti, comunque) e sceneggiatura inossidabile...


Raimovie (canale 24), martedì 28 gennaio, ore 12.35

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L’invasione degli ultracorpi (Usa, 1956, 80 minuti) di Don Siegel con Kevin McCarthy, King Donovan, Larry Gates, Dana Winters e Marie Selland

Strani invasori dello spazio atterrano sotto forma di baccelli in una tranquilla cittadina e a poco a poco occupano i corpi dei suoi abitanti, alterandoli.

NdA: B-movie? B-movie. Capolavoro? Capolavoro, da rivedere o, magari, da scoprire per la prima volta. Una delle cose che più mi dispiacciono di codesti bei tempi moderni multimediali è che, con ogni buona probabilità, nessun under 20 si sintonizzerebbe mai appositamente su un film come questo. Quindi legateli alla sedia e imponeteglielo!...


Rete4, martedì 28 gennaio, ore 1.55 (quindi tecnicamente è mercoledì, non facciamo errori, eh...)

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Grasso è bello (Usa, 1988, 96 minuti) di John Waters con Divine, Sonny Bono, Robin Brown e Deborah Harry

In una città americana di provincia nel 1962 Tracy, grassa figlia della gigantesca Edna Turnblad, vuole diventare una star della TV locale.

NdA: anche se il musical di successo che ne è stato tratto non è malaccio (Hairspry, con John Travolta en travestì), l’originale è inarrivabile. Anche perché il musical non ha Sonny Bono (proprio quello di Sonny & Cher) nel cast, ne Debbie Harry (Blondie!). E soprattutto non ha Divine, che potrebbe choccare chi è convinto che il personaggio di Platinette sia originale.

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