ALTERINCOM, VOL. XVI

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Buona domenica,

tra i tanti centenari che si festeggiano quest’anno, ce ne sono un paio che mi stanno particolarmente cari. Nel 1914 Charles Chaplin debuttava nel cinema e per commemorare questo evento, la Cineteca di Bologna ha rimesso in sesto La febbre dell'oro che martedì torna al cinema. Il 5 febbraio di 100 anni fa, poi, nasceva William Seward Bourroughs e per lui non so se si stia preparando qualcosa. Personalmente, dopo averli affrontati tanti anni fa nelle allucinanti versioni della Sugarco, conto di rileggermi la trilogia de La morbida macchina, Il biglietto che è esploso e Nova express in nuova versione. Certo che non ho mai incontrato nessuno che conoscesse davvero a fondo l’opera di Bourroughs e non sarà certo il centenario a riportarlo in auge. È così: gli irriportabili...

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DISCHERIE

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DAVID CROSBY

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Croz (Blue Castle)

Può sembrare paradossale, ma questo è solo il quarto album solistico di un artista che ha cinquant’anni di carriera alle spalle e arriva dopo una pausa di vent’anni. Non che ne sia stato con le mani in mano, il buon vecchio Croz. Alle consuete collaborazioni con Graham Nash e Stephen Stills (e pure di nuovo Neil Young in un paio di occasioni) ha aggiunto anche quelle con Jeff Pevar e James Raymond (quest’ultimo è suo figlio, dato in affido in gioventù e riscoperto musicista provetto da adulto: Mendel è da qualche parte che gongola). Nessuno più si aspetta un nuovo capolavoro da David, qualcosa di anche solo lontanamente paragonabile a If I could only remember my name, uno di quei dischi che hanno fatto la storia del rock anni Settanta (ma che forse fu eccessivamente sopravvalutato, anche se resta uno spettacolare who’s who della California che conta – e che canta e suona – dell’epoca), ma questo quarto volume di una discografia che assomma anche il discreto Oh yes, I can e il trascurabile Thousand roads (oltre a un paio di live) è piacevole e propone più di una zampata difficile da aspettarsi da un uomo minato nel fisico e nello spirito, ma ancora indomito, come i suoi baffoni da Yosemite Sam (Baffo Scopamare, se non erro, da queste parti). Un esempio? Un esempio:

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WOODY GUTHRIE

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American radical patriot (Rounder)

Questo box è un ossimoro fin dal titolo. Patriota radicale è un ossimoro, ma anche far pagare più di 150 sacchi per canzoni registrate 70 e più anni fa dal paladino degli umili suonerebbe un po’ stonato, non fosse che il cofanetto è un sogno. La bellezza di sei dischetti audio e un dvd, in una confezione spettacolare (tipo vecchio album di foto) con un libro già abbastanza esauriente, ma che triplica, addirittura, in versione elettronica. Inoltre i brani si sentono benissimo, nonostante l’età, e non sono tra i più comuni registrati da Guthrie. Nei primi quattro cd è compresa l’integrale delle incisioni per la Library of congress, non solo canzoni, ma anche spiegazioni e racconti. Si tratta delle prime registrazioni professionali di Woody. Negli altri due dischi ecco canzoni registrate per i militari in tempo di guerra e perfino per prevenire le malattie veneree. Ed ecco spiegato il titolo: vibrante difensore degli Usa come “terra delle opportunità e dell’abbondanza”, Guthrie fustigava i malcostumi e le storture con i suoi brani, ma si metteva volentieri al servizio del sistema se era per una giusta causa. Ah, contiene anche un 78 giri (avete letto bene) con un brano di Woody, ma l’altro di Dylan.


MAMA BLUEGRASS BAND

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Living in a B movie (Rocket Man)

Questo gruppo è estensibile e restringibile, adattabile e riducibile, pieno di diramazioni, ma, alla fine, quello che conta è essere arrivati a questo disco, quello della maturità per una delle formazioni più interessanti emerse dal comasco. L’ambito è quello di una musica che un tempo si sarebbe definita folk rock, poi country rock, poi roots (ma suonava davvero male, almeno dalle nostre parti) e, da qualche tempo, americana. È un album pieno zeppo di trovate, dove i 7 Mama Bluegrass hanno riversato speranze, passioni, sudori e idee. Esce tra un paio di giorni dopo una lunga attesa e chi ama le sonorità ruspanti non dovrebbe lasciarselo scappare (e comunque chi dedica un brano a Bud Spencer e Terence Hill non può essere malvagio)


LIBRERIE

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ROSALIA CAVALIERI

Copertina

E l’uomo inventò i sapori. Storia naturale del gusto (Il Mulino, 14 sacchi)

Nella storia dell’umanità il senso del gusto si è progressivamente raffinato sino a diventare un “sapere che gode e un piacere che conosce”. Se è vero che tutti gli animali mangiano per sopravvivere, solo l’animale umano elabora l’atto alimentare come esperienza cognitiva e come linguaggio, fino a trasformarlo in oggetto dell’arte culinaria e delle scienze gastronomiche. Per queste ragioni “saper gustare” è una prerogativa della nostra specie. A partire dai gusti delle scimmie e degli ominidi fino alla nascita della gastronomia come scienza, il libro ripercorre le avventure della facoltà gustativa umana mettendone in rilievo l'ineludibile portata corporea, simbolica ed emozionale.

NdA: un viaggio saporito che ha un unico difetto. Quando leggo un testo musicale mi viene voglia di riascoltare tutti i brani di cui si tratta, quando leggo un testo cinematografico mi viene voglia di rivedere tutti quei film. Qui mi è venuta voglia di mangiare la qualunque...


PAUL GLASER

Ballando ad Auschwitz

Ballando ad Auschwitz (Bompiani 18 sacchi)

Cresciuto in una devota famiglia cattolica nei Paesi Bassi, Paul Glaser, già adulto, scopre di avere origini ebraiche. Turbato da questa rivelazione casuale, Paul cerca di capire cosa è successo alla sua famiglia durante la Seconda guerra mondiale, il motivo di un silenzio così lungo sulla propria identità, e il motivo della misteriosa frattura fra suo padre e Rosie, zia di Paul. Rosie Glaser, ebrea non praticante, è una donna magnetica, sensuale, esuberante, astuta, innamorata del ballo che neppure quando i nazisti prendono il potere si spaventa, e anzi apre una scuola di ballo nell’attico dei suoi genitori, naturalmente illegale. Tradita dagli uomini di cui si fidava, arrestata dalle SS, finisce ad Auschwitz. Nel campo di concentramento è determinata a sopravvivere, utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione, anche la sua passione per il ballo, anche la sua capacità seduttiva, messa a dura prova negli stenti cui è costretta. Delle milleduecento persone che sono arrivate con lei ad Auschwitz, solo otto sono sopravvissute. E tra loro c’è Rosie. Illustrato da una ricca selezione di foto, Ballando ad Auschwitz è insieme la cronaca di una indagine e di una scoperta che cambiano la vita di un uomo, Paul Glaser; è anche il ritratto di una donna straordinaria, segnata dall'amore, dal tradimento e dal coraggio.

NdA: è difficilissimo non cadere nella retorica in libri come questo, che si affollano sugli scaffali in coincidenza con il Giorno della memoria. Ma questo ha il sapore di un documento originale e inedito.


WALT WHITMAN

VISIONI DEMOCRATICHE

Visioni democratiche (Piano B, 12 sacchi)

La prosa magistrale e incalzante di Whitman riesce a dare vita a un saggio breve di grande impatto emotivo e intellettuale, a un pamphlet che pur esaltando le prospettive della democrazia, si sofferma anche sui suoi limiti e i suoi rischi. Whitman saggista si conferma infatti istintivo e anarchico come lo Whitman poeta, mantenendo la stessa forza evocativa e lirica. È un saggio dai toni infiammati, che risente allo stesso modo dell’entusiasmo democratico di Whitman e della sua critica alla società e all’individuo moderno, che presenta inoltre varie chiavi di lettura: perorazione civile, invettiva, trattato politico e sociologico, storico e filosofico, soffermandosi su temi universali come l’equilibrio tra individuo e massa, tra conoscenza e ignoranza, tra libertà e dipendenza.

NdA: io avevo una questione in sospeso con Walt, che magari un giorno racconterò. Questo è un pamphlet che dovrebbe rileggersi qualsiasi wannabe politico moderno, ma naturalmente questo non accade. Almeno voi...


TELEVISIONERIA

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Raimovie, martedì 4 febbraio, ore 17.50

La famiglia omicidi (Gran Bretagna, 2005, 103 minuti) di Niall Johnson con Rowan Atkinson, Kristin Scott Thomas, Maggie Smith e Patrick Swayze

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In una piccola cittadina della provincia inglese, il parroco Walter Goodfellows (Rowan Atkinson, alias mr. Bean), la moglie Gloria (Kristin Scott Thomas) e i due figli Holly e Petey, trascorrono le giornate in una tranquilla routine. Ogni giorno niente di nuovo (salvo le scorribande sessuali dell'avvenente Holly) e la noia per Gloria comincia a farsi sentire. L'arrivo della governante Grace (Maggie Smith), dal passato segreto, stravolge positivamente l'esistenza della famiglia con l'energia di chi considera la morte per raggiungere un fine.

NdA: è un genere a sé stante, questo delle commedie macabre inglesi, iniziato da opere come La signora omicidi e Sangue blu e proseguito fin qui, con grande soddisfazione. Rowan Atkinson non sarà Alec Guinness, ma...


Iris, mercoledì 5 febbraio, ore 17.25

Romanzo popolare (Italia, 1974, 102 minuti) di Mario Monicelli con Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Michele Placido

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Metalmeccanico dell'hinterland milanese, cinquantenne e scapolo, sposa una ragazza del Sud, ma arriva “alla canna del gas” per il dolore quando scopre che l'ha tradito con un poliziotto meridionale e la scaccia. Stanca di essere contesa dai due come una proprietà, la donna comincia, sola col figlioletto, una nuova vita indipendente.

NdA: per ricordare Monicelli, per ricordare Tognazzi, ma soprattutto per ricordare Jannacci...


La7, giovedì 6 febbraio, ore 1,15 (quindi tecnicamente è venerdì mattina)

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Mona Lisa (Gran Bretagna, 1986, 104 minuti) di Neil Jordan con Michael Caine, Bob Hoskins, Cathy Tyson e Robbie Coltrane

George, un autista balordo, ingenuo e vulnerabile, dopo sei anni di carcere crede di essere diventato un duro. Simone, prostituta nera d'alto bordo, crede di avere assimilato la lezione spietata del mondo crudele in cui vive.

 

NdA: forse il miglior Bob Hoskins di sempre, sicuramente uno dei migliori Michael Caine...

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