LUNEDÌ 26 GENNAIO

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LUNEDÌ 26 GENNAIO (PAUL NEWMAN DAY)

Buongiorno,
sto leggendo una bella biografia di Marty Feldman e, quindi, sto recuperando un po' di celebri sketch, tra qui uno irresistibile ancora in bianco e nero, con John Cleese ancora non Monty Python, ambientato in uno scompartimento del treno (per chi volesse vederlo basta cliccare qui, non ci sono i sottotitoli, ma si capisce). Inevitabilmente la mente viaggia al Sarchiapone di Walter Chiari e pure a Totò con l'onorevole Trombetta. Ma anche all'Assassinio sull'Orient Express, a La prima grande rapina al treno con Sean Connery, e, a proposito di quest'ultimo, al combattimento di James Bond con il crudelissimo Robert Shaw, sicario della Spectre in A 007 dalla Russia con amore, a Delitto per delitto di Hitchcock (più appropriatamente, in originale, Strangers on a train, sconosciuti su un treno) e così risaliamo indietro, indietro nel tempo fino a lui, L’arrivée d'un train en gare de La Ciotat, che non è il primo film dei Lumière, ma è comunque quello più conosciuto, girato 120 anni fa giusti... Oh, insomma, ieri pigiato in una delle modernissime carrozze comunque con il bagno fuori uso, nemmeno l'ombra del wi-fi che altrove c'è persino sui pedalò, con queste lunghe carrozze open space dove tutti passano il tempo chiacchierando al telefono, mi ha assalito la nostaglia dello scompartimento: sei posti, velluto stinto, odore persistente di limatura di ferro, la possibilità di dividerlo con la temibile famiglia diretta al mare con mocciosi al seguito e nonno rincitrullito. O il sogno delle studentesse svedesi così ansiose di parlare un po' in italiano. O l'incubo del disturbatore sistematico, come Feldman in quello sketch, appunto. Adesso nei film le scene ambientate sui treni sono al massimo di raccordo, oppure ospitano inseguimenti improbabili nei film d'avventura. Diamine, mi manca anche il "carro bestiame" delle Nord con lo scaldino incandescente che fonde le suole delle scarpe.

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Un brano acconcio ai treni:
http://youtu.be/sAbO87zDqx0


ESSAI - RASSEGNA DI CINEMA D'AUTORE

Uci Cinemas, via Leopardi 1, Montano Lucino, ore 18 e ore 21, biglietti a 5 sacchi

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Pride (Gran Bretagna, 2014, 120 minuti) di Matthew Warchus con Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine e George MacKay
Londra, 1984. Joe partecipa tra mille timidezze e ritrosie al Gay Pride e si unisce alla frangia più politicizzata del corteo, già proiettata sulla successiva battaglia in difesa dei minatori in sciopero contro i tagli della Thatcher. Guidati dal giovane Mark, i Lgsm (Lesbians and gays support the miners) cominciano il loro difficile percorso di protesta, che li conduce in Galles, nella remota comunità di Dulais. Superata l'iniziale ritrosia, tra attivisti gay e minatori nascerà una sincera amicizia e un'incrollabile solidarietà umana.

NdA: ha l’aria di uno di quei film che solo conoscendo il tema e vedendo le inglesissime facce degli attori già lascia intuire quasi tutto. Ma la presenza di Nighy vale, come sempre, il prezzo del biglietto...


I LUNEDÌ DEL CINEMA

Teatro Sociale, piazza Verdi 1, ore 21, biglietti a 7 sacchi

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Hiroshima mon amour (Francia, 1959, 91 minuti) di Alain Resnais con Emmanuelle Riva, Bernard Fresson e Eiji Okada

Una donna francese e un uomo giapponese hanno trascorso la notte insieme. Lei è a Hiroshima per girare un film come attrice. Sono entrambi felicemente sposati e lei deve ripartire il giorno successivo per la Francia. Tra di loro e il momento in cui dovranno lasciarsi si insinua il passato recente della città devastata dalla bomba atomica americana e quello prossimo di lei giovane ragazza di Nevers che si innamora di un tedesco nella Francia occupata.

NdA: grandissimo capolavoro... dopo gli sbadigli che hanno accompagnato la proiezione del monumentale Solaris, con la sua oretta e mezza questo è niente al confronto, anche se, possibilmente, è ancora più denso. Non perdetelo...


LXI CINEFORUM DI COMO

Cinema Astra, viale Giulio Cesare 3, ore 21, ingresso con tessera

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La nostra terra (Italia, 2014, 100 minuti) di Giulio Manfredonia con Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte e Nicola Rignanese

Nel sud pugliese, il proprietario di un podere e di diversi ettari di terra, Nicola Sansone, viene arrestato e le sue proprietà prima confiscate e poi assegnate a una cooperativa locale incapace di gestirle per negligenza e impreparazione. Dal Nord ad aiutarli viene mandato Filippo, stratega dell'associazionismo da antimafia, uomo da scrivania, esperto di leggi e regolamenti, ma inesperto quando si tratta di sporcarsi le mani con la realtà. A Sud Filippo trova il Sud con tutte le sue contraddizioni, affascinazioni, collusioni, non detti, speranze, creatività e via dicendo, un coacervo di luoghi comuni resi plastici dalla missione che si è dato: far funzionale la cooperativa. Tra i personaggi tutti "tipici" che incontra sulle terre confiscate, c'è Cosimo, lo storico fattore del proprietario Sansone, che nelle more di un giudizio definitivo continua a coltivare l'appezzamento che ben conosce perché un tempo era della sua famiglia, prima che il boss locale, ora agli arresti, se lo prendesse. Filippo e Cosimo ingaggeranno un confronto tra burocrazia e senso della vita che porterà il primo a cambiare e il secondo a redimersi.


CINE D'AUTORE

Cinelario, via Lusardi 1, Menaggio ore 21, biglietti a 5 sacchi

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Gabrielle - Un amore fuori dal coro (Canada, 2013, 104 minuti) di Louise Archambault con Gabrielle Marion-Rivard, Mélissa Désormeaux-Poulin, Alexandre Landry e Vincent-Guillaume Otis
Gabrielle ha vent'anni, un deficit intellettivo e un grande amore, Martin. Vivace e dotata di un grande talento musicale, Gabrielle canta nel coro de Les Muses de Montréal e vive in un centro per ragazzi “come lei”. Amata e legata a Sophie, la sorella maggiore che sogna di raggiungere il fidanzato in India, Gabrielle ama riamata Martin e desidera con lui un appartamento e un appuntamento, dove consumare la loro prima volta. Osteggiati dalla madre di Martin, Gabrielle e Martin vengono ingiustamente separati. Ma Gabrielle è decisa a vivere una vita normale. Un concerto d’estate e una canzone di Robert Charlebois realizzeranno i suoi sentimenti e la sua “indipendenza”.

NdA: normale a chi?...


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