LUNEDÌ 30 DICEMBRE (BO DIDDLEY)
Buongiorno,
tra i personaggi che devo lasciare nel 2013 ve n'è uno molto particolare che, credo, non dica nulla alla maggior parte delle persone, ma è stato uno dei miei improbabili idoli in passato (non so perché, ma ho sempre avuto una predilezione tutta particolare per lunatici, perdenti e pazzi assortiti, poi è uscito il libro All the madmen di Clinton Heylin - pubblicato in Italia da Odoya - e mi son sentito meno solo). È Kevin Ayers, che al contrario di Jannacci e Califano, Lou Reed e J.J. Cale, non ha meritato praticamente alcuno spazio sui media nostrani, dimenticato da quasi tutti (il paragone nostrano potrebbe essere con un altro che lascio nel 2013 la cui scomparsa è stata circondata da un rumoroso silenzio, appena mitigato dai timidi coccodrillini di chi è riuscito a ritagliare uno spazio minimo, parlo di Claudio Rocchi, per non dire dell'amico Gianni Mocchetti). Tanti anni fa dischi come Joy of a toy, Shooting at the moon e Whatevershebringswesing erano una colonna sonora quotidiana pressoché incondivisibile con chicchesia, ma qualcuno era sempre disposto ad ascoltare e scoprire. Oggi che la musica si ascolta con attenzione sì e no per una dozzina di secondi tutto questo non ha più senso. Tranne che per me? Era uno di tutti questi pazzi regali del tempo.
Un brano acconcio a questi pazzi regali del tempo:
https://www.youtube.com/watch?v=iJ0nOvtWabU&feature=youtube_gdata_player
LE PRIME VISIONI DEL CINEMA ASTRA
Viale Giulio Cesare 3, Como, ore 21, biglietti a 7 sacchi
Philomena (Gran Bretagna, 2013, 94 minuti) di Stephen Frears con Judi Dench, Steve Coogan, Sophie Kennedy Clark, Anna Maxwell Martin e Ruth McCabe
Irlanda 1952. Rimasta incinta, la minorenne Philomena viene mandata in convento dove, dopo il parto, vive separata dal neonato che vede raramente. Inutilmente prova a opporsi quando il bambino viene dato in adozione a una famiglia benestante di Washington. Cinquanta anni dopo, Philomena, sposata, madre e ora vedova, incontra casualmente il giornalista Martin Sixsmith. Costui, incuriosito dalla storia, accetta, dopo qualche incertezza di occuparsene e di scriverne un libro. Comincia allora una ricerca che porta i due negli Stati Uniti, fino alla ricostruzione della verità, al ritorno in Patria e a un confronto finale con le suore dello stesso convento, in particolare con quella, vivente, che si era occupata a suo tempo dell'affidamento del piccolo.
NdA: oh, questo, QUESTO è l'Astra che amo...
http://www.cinecircolo.it
LE PRIME VISIONI DELLO SPAZIO GLORIA
Spazio Gloria, via Varesina 72, Como, ore 21, biglietti a 7 sacchi
Zoran, il mio nipote scemo (Italia / Slovenia, 2013, 103 minuti) di Matteo Oleotto con Giuseppe Battiston, Teco Celio, Rok Presnikar, Marjuta Slamic e Roberto Citran
Paolo Bressan è un uomo cinico col vizio del vino e della menzogna, con cui mette in difficoltà il prossimo e prova a riconquistare la sua ex moglie. Occupato presso una mensa per anziani, è svogliato e sgraziato con gli amici del paese che gli danno ricovero nelle difficoltà, contenendone l'incontinenza e la boria. Tra un bicchiere di vino e un piatto di gulash, 'eredita' un nipote da una lontana zia slovena, a cui dovrà dare ospitalità il tempo necessario perché la burocrazia faccia il suo corso e il ragazzo si stabilisca in una casa-famiglia. Zoran, adolescente naïf nascosto dietro un paio di grandi occhiali, è un ragazzino colto che parla un italiano aulico e gioca bene a freccette. Accortosi molto presto del talento del nipote nel lanciare e colpire sempre il centro, Paolo è deciso a sfruttarne la disposizione, iscrivendolo al campionato mondiale di freccette. Spera in questo modo di vincere sessantamila euro e di sistemarsi per sempre lontano dalla provincia friulana. Niente andrà come previsto e Paolo farà finalmente i conti con se stesso e coi sentimenti degli altri.
NdA: visto ieri. Spassoso e assai ben sceneggiato e realizzato, anche se viene il dubbio che sia al di sopra della media delle commedie italiane contemporanee perché, di fatto, è più un film sloveno che nostrano...
GRANDE CONCERTO DI FINE ANNO
Palazzo Gallio, Gravedona e Uniti, ore 21, biglietti a 20 sacchi
I celebri valzer di Strauss con la Sinfolario Orchestra diretta da Roberto Gianola. Si ripropone la fortunata iniziativa gravedonese, che da anni viene organizzata a fine dicembre: un concerto sinfonico di largo impatto, sullo stile viennese, decisamente ispirato al evento del 1 gennaio trasmesso in mondovisione dalla Golden Hall del monumentale Musikverein di Vienna. L'orchestra propone le più celebri pagine di Strauss e i suoi frizzanti valzer e polke; lo spelndido salone dello storico Palazzo Gallio, prezioso monumento architettonico del nostro lago, di proprietà della Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio promotrice dell'iniziativa, funge da sfarzosa cornice all'evento, cui segue un brindisi offerto a tutti i convenuti. Il concerto vedrà il ritorno a Gravedona del giovane direttore Roberto Gianola, che è stato fondatore della Sinfolario Orchestra. Bellanese, Gianola in questi ultimi anni ha raggiunto tappe importantissime per la sua carriera: dopo i successi ottenuti alla Carnegie Hall e al Lincoln Center di New York, è stato invitato a dirigere orchestre in tutto il mondo, passando dal Mozarteum di Salisburgo all'Arena di Verona (dove prossimamente tornerà per la produzione de La vedova allegra). Ha recentemente diretto all'Opera di Pechino il grande Placido Domingo in Nabucco. Dopo l'appuntamento gravedonese, lo attendono una lunga tournée in Francia e poi nuovamente in America.
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In collaborazione con: Eden Design, Solfo
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