MARTEDÌ 19 AGOSTO (IAN GILLAN DAY)
Buongiorno,
vi è mai capitato di farvi, all'improvviso, una domanda su un'espressione che usate e sentite usare da tutta la vita e non vi eravati mai chiesto prima perché si utilizza? A me avviene spesso e stasera mi è accaduto con "terzo grado" (perché ho sentito uno chiedere "ma mi stai facendo il terzo grado?"). E la domanda è "quali sono i primi due"? Un tempo mi sarei perso in biblioteca o chissà dove, la Treccani non viene in auito, ma la rete... La rete mi dice che secondo alcuni sarebbe un riferimento alla massoneria e al fatto che per accedere al Terzo Grado fosse necessario superare una prova particolarmente dura. Secondo altri deriverebbe "dalla pratica degli interrogatori dei templari arrestati su comando del re Filippo il Bello nel 1307. Essi appartenevano al cosiddetto "terzo grado", cioè erano maestri nella loro associazione (gli altri due gradi erano quello di apprendista e quello di compagno)". Altri ancora dicono che a coniare l'espressione sarebbe stato il capo della polizia di Washington DC, tale Richard H. Sylvester, alla fine dell'Ottocento: divideva le procedure in tre gradi dove il primo era l'arresto, il secondo il trasporto in cella e il terzo, finalmente, l'interrogatorio. Ma c'è un'ulteriore versione simile, ma diversa. Sarebbe invece stato sì, un capo della polizia, ma di quella di New York, sempre nel tardo XIX secolo, Thomas F. Byrnes, riferendosi alle ustioni di terzo grado. Insomma, la risposta è che non c'è risposta univoca e a questo punto vorrei tanto torchiare qualcuno per averla, ma non credo che si possa fare il terzo grado a qualcuno perché risponda sul terzo grado (ma questo, in fondo, risponde a un'altra domanda, ovvero "cosa fai fino a quest'ora di notte?". Ecco cosa).
L'inevitabile brano acconcio al terzo grado:
http://youtu.be/iInLj3sXpZo
COMOESTATE
Corte di Palazzo Cernezzi, via Vittorio Emanuele II, ore 21.30, ingresso libero
Riso amaro (Italia, 1949, 108 minuti) di Giuseppe De Santis con Silvana Mangano, Vittorio Gassman, Raf Vallone e Doris Dowling
Braccata dalla polizia, la complice di un ladro si unisce a un gruppo di mondine in partenza per le risaie del Vercellese dove viene raggiunta dall'amante che, aiutato da Silvana, una delle mondine, progetta di impossessarsi con alcuni amici del raccolto di riso. Epilogo sanguinoso.
TRA LA LUNA E LE STELLE
Parco Teresio Olivelli, Tremezzo, ore 21.30, biglietti a 1 sacco
A proposito di Davis (Usa / Francia, 2013, 105 minuti) di Joel Coen e Ethan Coen con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett e John Goodman
C'era una volta la capitale indiscussa del folk, quel Greenwich Village a partire dal quale Bob Dylan avrebbe cambiato la storia della musica. Ma questa storia comincia prima, quando la musica folk è ancora inconsapevolmente alla vigilia del boom e i ragazzi che la suonano provengono dai sobborghi operai di New York e sono in cerca di una vita diversa dalla mera esistenza che hanno condotto i loro padri. Llewyn Davis è uno di questi, un musicista di talento, che dorme sul divano di chi capita, non riesce a guadagnare un soldo e sembra perseguitato da una sfortuna sfacciata, della quale è in buona parte responsabile.
NdA: codesto film è così denso di citazioni che stavo pensando di venderle...
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