MARTEDÌ 3 MARZO (TOMAS MILIAN DAY)
Buongiorno,
nell'ormai inarrestabile teoria di defunti, mi trovo a commemorare tale Talus Taylor. Di costui ignoravo tutto fino al momento della dipartita, quando ho scoperto che trattasi del creatore di Barbapapà. Ignoro per quale motivo esso non sia noto qianto Disney o Schulz (o anche semplicemente come Peyo, il papà dei Puffi), eppure ha rappresentato una fetta grossina dell'immaginario della mia generazione. Mi secca dirlo, ma Barbabapà, Barbamamma, Barbidù e compagnia erano per noi l'equivalente di Peppa Pig, non v'è dubbio alcuno. E quando incontrai per la prima volta Roberto Vecchioni, non mi portai da autografare il 45 giri di Samarcanda (acquistato sulla scorta dell'album che sto per dire), bensì il padellone con le canzoni di Barbapapà interpretate con vivace flemma dalla stessa voce di Luci a San Siro in compagnia delle Mele Verdi di Mitzi Amoroso ("Ecco, questo speravo che non lo ricordasse più nessuno", disse il prof). Ma il ricordo più personale è un altro: v'era in via Petrololo l'enorme profumeria Sapeas che era l'unica a possedere in Como il bagnoschiuma del Barbapapà medesimo, ovvero con flacone a forma di Barbapapà (sulla forma evocativa del roseo Barbabapà potremmo soffermarci a lungo, ma se nessuno ci vide nulla di male allora non vedo perché farlo adesso). Insomma, interessante sapere che se n'è andato un perfetto sconosciuto che ha ingenerato tutti questi ricordi...
(come chi sono? Le Mele Verdi con, al centro, un assorto - per non dire assopito - professor Vecchioni)
IL brano acconcio a tutti questi ricordi:
http://youtu.be/x1NEav4biOE
INCONTRI DELL'UNIVERSITÀ POPOLARE
Istituto Carducci, viale Cavallotti 7, ore 15.30, ingresso libero
Silvia Nava è l’ideatrice e la conduttrice del ciclo Bioetica, la coscienza critica della medicina. La bioetica ha avviato e mantiene tuttora viva una riflessione importante e profonda su quali siano i confini che in campo medico non debbano essere oltrepassati dai progressi della tecnologia, soprattutto in un’epoca, come l’attuale, dove l’illusione di controllare l’intera vita umana è molto diffusa. Tema dell’incontro odierno è Dal paternalismo medico all’autodeterminazione del paziente.
LXI CINEFORUM DI COMO
Cinema Astra, viale Giulio Cesare 3, ore 15.30 e ore 21, ingresso con tessera
Hannah Arendt (Germania / Lussemburgo / Francia, 2012, 113 minuti) di Margarethe von Trotta con Barbara Sukowa, Axel Milberg, Janet McTeer, Julia Jentsch e Ulrich Noethen
l film ricostruisce un periodo fondamentale della vita di Hannah Arendt: quello tra il 1960 e il 1964. All'inizio della vicenda, la cinquantenne intellettuale ebrea - tedesca, emigrata negli Stati Uniti nel 1940, vive felicemente a New York con il marito, il poeta e filosofo tedesco Heinrich Blücher. Ha già pubblicato testi fondamentali di teoria filosofica e politica, insegna in una prestigiosa Università e vanta una cerchia di amici intellettuali. Nel 1961, quando il Servizio Segreto israeliano rapisce il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann, nascosto sotto falsa identità a Buenos Aires, la Arendt si sente obbligata a seguire il successivo storico processo che si tiene a Gerusalemme. Nonostante i dubbi di suo marito, la donna, sostenuta dall'amica scrittrice Mary McCarthy, chiede e ottiene di essere inviata in loco come reporter della prestigiosa rivista New Yorker. Hannah nota che Eichman, uno dei gerarchi artefice dello sterminio degli ebrei nei lager, è un mediocre burocrate, che si dichiara semplice esecutore di ordini odiosi e, d'altro canto, si sorprende nell'ascoltare testimonianze di sopravvissuti che mettono in evidenza la condiscendenza dei leader delle comunità ebraiche in Europa, di fronte ai nazisti.
TEATRO IN PRIMO PIANO
Istituto Carducci, viale Cavallotti 7, ore 18
La voce umana di Jean Cocteau. Un monologo di altissmo teatro definito fin dal suo esordio “La miglior tragedia che Cocteau ha scritto, la più semplice, la più umana, la più pura”. Interpretato da Alice Pavan che si misura in un nuovo, drammatico, ruolo di donna.
http://www.associazionecarducci.it
I SEMINARI DI UPDIM
Casa della musica, via Collegio dei Dottori 9, ore 18, ingresso libero
Il Vibrafono nel Jazz. Storia, stili e protagonisti. Marco Bianchi, uno dei più importanti vibrafonisti europei, ritorna a Como per un seminario di tre incontri tutto dedicato al suo strumento. Le tre lezioni comprendono una accurata analisi della nascita dello strumento ed il suo impiego nella musica jazz. Grazie a filmati originali, incisioni e dimostrazioni dal vivo, il vibrafonista italiano Marco Bianchi racconterà la storia di uno strumento affascinante e ancora poco conosciuto. Un viaggio che, dalla fine degli anni Venti ai nostri tempi, unirà popoli e culture attraverso la più importante forma d’arte Americana. Oggi nascita e origini dello strumento; la swing era (Lionel Hampton e Red Norvo); il bebop (Milt Jackson)
NdA: vibrante!...
http://www.updim.org
CINEMA DI QUALITÀ
Lux, via Manzoni 8, Cantù, ore 21.15, biglietti a 5 sacchi
Pride (Gran Bretagna, 2014, 120 minuti) di Matthew Warchus con Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine e George MacKay
Londra, 1984. Joe partecipa tra mille timidezze e ritrosie al Gay Pride e si unisce alla frangia più politicizzata del corteo, già proiettata sulla successiva battaglia in difesa dei minatori in sciopero contro i tagli della Thatcher. Guidati dal giovane Mark, i Lgsm (Lesbians and gays support the miners) cominciano il loro difficile percorso di protesta, che li conduce in Galles, nella remota comunità di Dulais. Superata l'iniziale ritrosia, tra attivisti gay e minatori nascerà una sincera amicizia e un'incrollabile solidarietà umana.
EUGENIO FINARDI IN CONCERTO
All'unaetrentacinquecirca, Via Papa Giovanni XXIII 7, Cantù, ore 21.30, biglietti di posto in piedi a 25 sacchi (apertura porte ore 20, il concerto è praticamente sold out, per informazioni chiamare il 345/7972809 oppure il 335/166.43.24
Ad accompagnare Eugenio Finardi in questa tappa canturina sarà la band con cui ha scritto e registrato l'album Fibrillante e che, con lui, porterà in scena l’inconfondibile sound rock dell'artista, reinterpretando live i grandi classici del suo repertorio e i nuovi brani: Giovanni “Giuvazza” Maggiore alla chitarra, Paolo Gambino alle tastiere, Marco Lamagna al basso e Claudio Arfinengo alla batteria. Dopo aver dedicato gli ultimi quindici anni all’esplorazione di diversi generi musicali, spaziando abilmente dal blues al folk, fino al fado e alla classica contemporanea, Finardi ritrova il piglio agguerrito e incendiario e torna alle sonorità di forte impatto e ai contenuti di grande impegno che hanno contraddistinto i suoi primi album Cramps come Sugo, Diesel e Blitz.
http://1e35.com
Per inviare segnalazioni scrivi a: [email protected]
In collaborazione con: Eden Design, Solfo
Logo Brunialti-deformed by: Lorena Carpani
La Settimana InCom
© RIPRODUZIONE RISERVATA