Anche la domenica

Anche la domenica

Nella sala d'attesa di un ambulatorio vediamo due anziani incontrarsi e subito il loro sorriso, contagiando tutti, racconta di anni di lontananza. Lavoravano insieme - scopriamo -, anzi uno di loro era il titolare e aveva assunto l'altro. Il calore della loro conversazione si propaga gradualmente alle persone attorno. Dal più giovane trapela, oltre alla gioia, l'ammirazione: "Lei era sempre in azienda, anche di domenica". L'altro si schermisce e poi ammette, sì. Quel lavoro era la sua felicità, la spinta propulsiva della sua vita. Per un attimo siamo tutti fermi a guardare con affetto loro, poi teniamo dentro di noi il loro involontario messaggio. Sono tempi difficili. Ce ne sono già stati. Ma quanti oggi accetterebbero i sacrifici di allora? Di più, in questo caso non si può forse nemmeno parlare di sacrificio, bensì di amore per ciò che si fa. Sarà questo calore irresistibile, ma usciamo convinti che ne siamo, o ne saremo capaci ancora. Pensiamo a certe aziende, dove ancora stenti a capire - entrando - chi è il titolare e chi è il dipendente. Sono mondi veri, dalle nostre parti. Mondi sconosciuti, forse, a chi è rinchiuso nei palazzi, di ogni livello e ordine, a decidere del nostro destino.

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