Attenti, gli animali ci osservano

Attenti, gli animali ci osservano

Durante i viaggi in auto mi sto specializzando nell'osservazione degli animali. Parlo sempre degli animali, non delle bestie al volante.

In questi giorni erano in buon ritiro, visto il maltempo, ma adesso si stanno riaffacciando timidamente. Questa mattina sono tornati due asinelli, mamma e figlio: gli unici rappresentanti della folta delegazione che in genere compare vicino all'Autolaghi. Mi sono formulata la bizzarra idea che ci stiano osservando. E che, nonostante siano tra gli animali più docili della terra, non si stiano creando un'immagine idilliaca di noi.

Si sono piazzati sotto un pino, perché lì almeno non c'è neve, immagino. Il cucciolo seduto, la presunta mamma in piedi. Stessa aria di solenne incavolatura. Della serie, dialogo immaginario. Mamma, ma in che razza di mondo mi hai portato, senti che freddo, guarda questa neve?

La presunta lei volta la schiena, sdegnata: «Senti, non fare come gli umani che sono impazziti, parlano solo del tempo e ciascuno sa più dell'altro. Ma li vedi come sfrecciano tutti imbacuccati? Dammi retta, non ti curare di loro ma guarda e passa».

Sì, sono convinta che si affidi a Dante. Dalle dell'asino, poi.

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