Cherchez la femme

Puntualmente sui nostri schermi si incendia lo sdegno per il cuore dei problemi del nostro Paese: in tv un leader politico ha osato toccare il caso della baby pensione assegnata a suo tempo alla moglie di un altro leader. Onorevole indignarsi per questo affronto. Non importa neanche che al leader capace di tanta indelicatezza fossero arrivati attacchi sulla sua compagna in passato. Se la musica, insomma, è vecchia, anzi ammuffita. Da Lady F(ini) a Lady B(ossi) e chissà quanti altri dischi scivoleranno nell'antico stereo. Cherchez la femme, sempre e comunque. Meglio se a fianco del potente di turno (o che ne tira i fili, come si sussurra in quasi ogni circostanza), come sempre. Se la signora si trova - Dio non voglia, solo oltre confine si intende - nella stanza dei bottoni, che dirne? Mah, consoliamoci additando l'inconcepibile tendenza a riutilizzare lo stesso abito a gala vari, come la povera (oltre l'eufemismo) Merkel. L'unico dubbio è questo. Dovremmo stringere i denti, da quello che ci impongono e raccontano, per tirare avanti: ma con la bocca spalancata a gridare e sdegnarsi, come si fa?

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