Dalle aziende alla piscina, che grinta

Dalle aziende alla piscina, che grinta

I ventagli, li immaginiamo nelle inoperose manine delle donne dell’Ottocento. Ma nel capannone dell’azienda di Busto dove sono nati e ora crescono i Contadini del tessile, un’imprenditrice pragmatica di casa nostra lo agitava giustamente per combattere l’afa. O così pareva, in realtà rafforzava con quello che un tempo era un vezzo un’intenzione battagliera più ampia: la difesa del lavoro nella nostra provincia. Erano tra le più agguerrite, le donne varesine presenti all’incontro, e l’hanno dimostrato con interventi senza peli sulla lingua. L’hanno fatto in una settimana che è stata, ancora una volta, incredibilmente donna dalle nostre parti, su più fronti.

Storie semplici e coraggiose hanno rinfrescato questi giorni balordi e roventi. Le “contadine” sono incavolate nere, perché hanno un’azienda da portare avanti e magari pure una famiglia, una vita in cui tutto deve quadrare in modo impeccabile. Su un fronte diverso, quello dello sport, abbiamo assistito all’ammirevole impresa di giovani atlete, che senza far rumore e in una disciplina spesso snobbata dai riflettori come la pallanuoto, si sono portate a casa la serie B. Con naturalezza, stavamo scrivendo, ma dietro ci sono ore di allenamenti rubati al proprio lavoro, alla scuola, al compagno, ai familiari. A volte si è capite, a volte mica tanto. A volte si è ricompensate da una promozione come le sportive bustesi, ma è finale tutt’altro che scontato.
Il premio, in fondo, è dentro ciascuna di loro: la consapevolezza di aver fatto e di voler fare ancora tanto per sé e soprattutto per gli altri. Queste donne e tante altre ancora (pensiamo a Gemma, neo diplomata e neo mamma, che ha imparato già da giovanissima a miscelare i ruoli con grazia) vanno ringraziate per il loro impegno silenzioso, per l’esempio e l’incoraggiamento che offrono. Perché esistono e non lo fanno pesare: quanti oneri si possono portare sulle spalle così, sentendosi leggere.

 

 

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