Dei bidelli e delle pene (consolate)

Bidello. Che bello, si può ancora definirlo così, in un mondaccio che si libera di ogni parola diretta per creare solo una confusione. Operatori di qua e di là, e a volte ci mette lo zampino pure l'inglese.
Invece, è il bidello, punto e chiuso. E quando se ne va - direzione il meritato riposo della pensione - il nodo alla gola afferra un po' tutti, anche quelli che non lo vogliono confessare. Accade in questi giorni con il bidello del Cairoli, succede anche nelle scuole di grado inferiore. Dove il bidello è - a volte purtroppo era - quello che ti accoglie con sguardo di tenero rimprovero e ti spinge dentro la porta quando arrivi tardi. Di solito, sono sempre i soliti, e lui conosce i suoi polli. Ma sa anche leggere, gli sguardi. E quante pene vengono raccontate al bidello o alla bidella: in cambio arriva sempre una consolazione, che sia una parola buona o una reprimenda, affibbiata con una carezza o con occhiata da incenerimento immediato. Ma anche dietro a quel fuoco sai riconoscere il combustibile del bene, e il tuo zaino ti sembra incredibilmente più leggero.

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