Donne donne

Donne donne

C'è una parola che mi risuona nelle orecchie dalla rievocazione storica della peste di Busto Arsizio di ieri. Anche perché è la parola che irrompe subito nella rappresentazione: donne, donne... Certo, è il richiamo del mercante di stoffe che alle massaie si rivolge. Ma è donna colei che accorre per il primo malato, e le donne sono quelle che assistono con vero cuore (non con il ghigno disumano dei monatti) pur nella sofferenza personale e familiare. Donne donne, il richiamo del Seicento passa per ogni secolo. Forse lo sentiamo meno spesso ora... Sfoglio casualmente il giornale... Congresso della Lega, lo vedo questo richiamo? Macché. Ci sono donne, anche in ruoli amministrativi forti, ma restano una minoranza. Non è un questione di Carroccio. Se fosse stato il congresso di un altro partito, nulla sarebbe cambiato; in qualche caso sarebbe pure peggio. Donne donne... Il richiamo sembra spesso silenzioso, tanto che neanche ce ne accorgiamo con noi stesse. Stiamo dando il massimo, ma è scontato. Nel nostro ruolo, diciamo... Sfogliamo allora "Storia di un'anima" di Santa Teresa di Lisieux. Durante un viaggio a Roma si scandalizzava e sottolineava "Non posso ancora capire perché le donne sono così facilmente scomunicate in Italia... ah come sono disprezzate!". Senza stracciarsi le vesti, perché rimarcava: amano in numero molto più grande degli uomini il buon Dio ed ebbero più coraggio degli apostoli. In cielo, le ultime saranno le prime, osservava la santa. In attesa, risentiamo dentro di noi - 400 anni dopo - quel "donne donne" e ridiamo di quegli uomini convinti di essere il motore del mondo, magari per una poltroncina in più.

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