In una minuscola chiesa, trovo aperto il libro con la sacra lettura del giorno. Si tratta del libro di Giosuè e riporta il percorso duro e stupefacente del popolo ebraico.
Quanto dura quel dimorare nel deserto, e quante meraviglie si alternano alle prove, anzi forse si rivelano in esse.
Oggi non posso non pensare al piccolo Giosuè e al deserto che crea la sua partenza. Un deserto che colpisce tutti coloro che lo amano e chi si affaccia sul suo sorriso e sulla sua storia.
Sabbia dura e ostile che fa sprofondare i passi. Ma come per il popolo ebraico è in quel momento durissimo che gli occhi si alzano il cielo. E se crediamo nel deserto, che ogni giorno si manifesta, un piccolo angelo forse ci aiuterà a levare lo sguardo, e con più coraggio. In memoria di un sorriso, che nulla, neanche la morte, può estinguere.
Ciao piccolo, stretto alla tua mamma.
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