I nostri vigili

I nostri vigili

Che fosse uno dei mestieri più difficili del mondo, di questo mondo, lo sapevamo. E spesso ci mettiamo del nostro. Un tempo quella divisa - qualsiasi divisa, a dire il vero - incuteva un sacro rispetto. Ascolto i racconti degli anziani sui passaggi dei vigili... e tutti rigavano dritto. In un mondo con poche auto, ciò significava tenere pulitissimo il marciapiede o rispettare gli orari per stendere la biancheria, altrimenti l'agente interveniva ed erano multe. Anzi, a volte bastava lo sguardo del vigile per riportare tutto in ordine.

Chissà se davvero è stata l'invasione delle macchine a cambiare tutto. In teoria, l'uomo è sempre protagonista. E in queste ore che piangiamo un agente che stava compiendo il suo dovere ed è stato ucciso selvaggiamente, mi viene da mormorare uno "scusate" generale.

Perché questa è una tragedia, e un caso limite. Però qualcosa si è rotto, tra noi e coloro che, in vari ruoli, ci proteggono, ci tutelano. Perché ciascuno ha il proprio carattere e il proprio modo di svolgere il mestiere. Ma noi cittadini spesso ci mettiamo del nostro, già prevenuti al bagliore di una divisa che per troppi di noi trasmette solo il messaggio "multe e guai": il fatto di avere torto noi passa inesorabilmente in secondo piano.

Non è così, e non dev'essere così. Oggi piangiamo, ci indigniamo, ci ribelliamo. Giusto.

Ma ricordiamoci sempre dei nostri vigili: ci saranno quelli bravi, e quelli meno perfetti, quelli che applaudiamo e quelli con i quali discutiamo. Ma sono i nostri vigili. E anche loro rischiano ogni giorno, per un lavoro ingrato.

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