La manovra e gli sguardi tra due fuochi

La manovra e gli sguardi tra due fuochi

Beata innocenza perduta. Le sere d'agosto che si illuminano, e un tempo si osservavano le sponde del lago Maggiore ammirando appassionatamente i fuochi d'artificio. Si contavano i botti, si seguiva il mutare dei colori, si faceva festa come bambini.
Adesso, il tentativo c'è ancora, ma qualcosa è accaduto. La mela che ci ha strappati all'innocenza si chiama crisi, si chiama manovra, ed è pure avvelenata, peggio di quella offerta a Biancaneve. E allora ecco mentre si osserva il primo botto, compare dentro di noi lo sguardo preoccupato di Tremonti: dallo schermo televisivo a quello delle nostre coscienze. Quanto sarà costato quel fuoco? E quest'altro, che bello, ma...? A ogni puntata dello spettacolo ci sembra di avere gli occhi di zio Paperone, a mo' di registratore di cassa.
Scusate, possiamo contemplare un attimo i fuochi in pace? Aggrappiamoci ai gridolini entusiastici dei bambini. E speriamo che non vada tutto in fumo.

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