La voglia di vivere che non va in piazza

La voglia di vivere che non va in piazza

Scorro la notizia di Stephen Hawking, lo scienziato britannico paralizzato. Cerca un aiuto per restare in contatto con la comunità scientifica. Per continuare a lavorare, che significa anche vivere. Un aiuto che non sia per forza un plurilaureato, ma - specifica - che sappia lavorare sotto pressione.

Questo è uno scienziato, è un combattente. E sfogliando altre notizie di casa nostra ancora - il fatto che non si vada in piazza quest'anno a festeggiare, che ci sia un'apparente calma, o grigiore, a seconda dei punti di vista - mi viene da pensare: c'è una voglia di vivere che non va in piazza. Che magari è costretta a stare in casa, e anche tra quelle pareti ha possibilità di movimento minima.

Non bisogna volare fino in Gran Bretagna. Penso ai tanti combattenti tra di noi. Penso ad Alfredo, che con i suoi occhi sa far girare a mille il mondo. Penso a Francesco e alla sua meravigliosa mamma che si è rivolta al Papa, con una domanda lieve come un bacio. Penso a tanti uomini e donne, che da poco, da molto, da una eternità (in carrozzina, o a letto, il tempo assume volti così impalpabili) conducono questa lotta. E la loro voglia di vivere ci fa arrossire di fronte alle nostre piccole battaglie.

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