Primo, respira un po' meno

Primo, respira un po' meno

Mi sveglio con un motivo nella testa, colpa del crescendo di commenti in rete. C'era un ragazzo (non più come me) che amava cantare questo: che cosa avete fatto alla terra? Erano 40 anni fa, e oggi dobbiamo pur attualizzare e contestualizzare il messaggio di Jim Morrison: le porte della coscienza si sono aperte, o che? Ne abbiamo fatte di tutti i colori, tranne quello giusto. In questi giorni, nella nostra provincia, ci siamo dilettati a osservare i fenomeni meterologici tra ammirazione e lamentele, intanto abbiamo commesso l'azione più pericolosa: abbiamo respirato. Rivoltiamo allora la domanda.. Che cosa non abbiamo fatto alla (nostra) terra per ritrovarci ogni volta in queste condizioni, ad avere lo smog che spadroneggia? Ci siamo incollati alle nostre auto? abbiamo trasformato le nostre case nell'anticamera dell'inferno? E non tocchiamo il fattore industria. In rete il dibattito dilaga, e sarà banale. Ma il problema non è la realtà virtuale, questa volta. Casomai, è quando ci tuffiamo all'esterno. Lo spread fa male, l'aria anche di più. E non possiamo vivere col fiato sospeso.

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