Salvate quella mamma

Salvate quella mamma

Volano i giorni, proseguono con i loro anatemi gli ecoterroristi della neve e intanto si conferma solida soltanto una realtà: il ghiaccio accumulato sui marciapiedi. In queste ore ho assistito a due imprese degne di Braveheart. Prima, un ragazzo in carrozzina con amico o familiare che l'accompagnava ovviamente ai bordi del marciapiede, perché già salirci è un'impresa con l'asfalto libero, figurarsi di questi tempi. Un grido poi stava per spiccare il volo dalla mia gola: salvate quella mamma! Che ha provato - povera creatura - a percorrere un piccolo tratto con il passeggino, ma poi è dovuta scendere. Sgranava gli occhioni in mezzo alla strada, con le auto che passavano furibone, e per un attimo l'ho vista trasformarsi in Bambi alla mercé di un plotone di cacciatori. Sapete cosa dirà qualcuno? Solita vecchia canzone. Ma perché non stanno a casa? Ecco, voi che parlate perché non state a casa invece di lanciarvi convinti di avere in mano il mondo? E' soltanto un volante, vi avvisiamo.

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