Se le first (and second) lady varesine

Se le first (and second) lady varesine

Contempliamo ancora una volta la first lady islandese che sceglie l'"altra parte", quella dei manifestanti. Sottofondo, l'urlo di dolore e rabbia per la crisi e i debiti: insomma, potrebbe risuonare ormai in qualsiasi angolo del mondo. La differenza sta tutta lì: in questa signora, che fa il salto non della quaglia, e speriamo neanche il canto del cigno politico per il consorte, visto come va il nostro pianeta. Un piccolo passo per un grande messaggio: soffro, vi capisco, sto con voi. Sarà tutta scena, sarà demagogia. Ma visto che la crisi abita da tutti noi, sogniamo una piccola rivoluzione femminile anche nella nostra provincia. Sogniamo che le first, and second e via fino all'ultimo ruolo, del Varesotto una sera - dopo una giornata di lavoro cosmico - decidano di andare nei vari Consigli o magari alla riunione politica in corso. Dopo ore e ore di concretezza al top, forse perderebbero la pazienza nel giro di pochi minuti, almeno qualcuna ed ecco che la vediamo ergersi: ragazzi, stiamo andando a fondo, possiamo parlare per favore di come venire incontro alle famiglie sugli asili? Risolviamo per favore il problema degli abbonamenti ai bus? Ehi, vediamo di far girare quell'ufficio in modo che non si perdano ore in coda? Immaginiamo lo sfogo immaginario di una o centomila signore. E per rendere chiaro che non sta scherzando, magari prima di uscire a continuare a svolgere più importanti faccende, ammonisce: altrimenti la prossima volta scendo anch'io in piazza, occhio. Vediamo già un marito spaventato che taglia la discussione sulle poltrone, infilando nell'ordine del giorno qualche punto fondamentale per i cittadini. Naturalmente, questo sogno aperto anche ai first husbands e via dicendo: noi donne, mica facciamo differenza. Neanche tra maggioranza e opposizione.

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