Segnali di vita dallo spazio (rovente)

Segnali di vita dallo spazio (rovente)

Per fortuna in mezzo c'è l'autostrada, segnali di vita dallo spazio. Se sei costretto - in barba ai consigli, talora dal suono terroristico, degli esperti - a metterti in viaggio nelle ore più afose di una domenica di luglio, ti colgono i brividi, altro che caldo. No, l'aria condizionata non c'entra. Tutto sembra ribaltato. Sbandi pure al bivio più consumato di Busto Arsizio e ti chiedi se tu stia imboccando la strada giusta, perché il deserto cambia i connotati del panorama di asfalto. Poi continui, prendi fiducia, però ti sfiora il dubbio che il caldo sia un alibi: magari ti è sfuggita la notizia di un'invasione degli ultracorpi. Piccoli segnali (s)confortanti: c'è un anziano che sta pedalando vistosamente, nonostante età e orario (14.30, allarme rosso) remino contro i consigli di cui sopra. Poi, guarda, entra contromano nella via: sospiro di sollievo, è proprio il vecchio mondo e nulla è cambiato.
Sull'Autolaghi hai la conferma che non sei la sopravvissuta di qualche catatrofe nucleare, almeno a tratti, perché gli ultimi compagni di sventura ti abbandonano all'altezza dell'uscita per il lago. Entrare a Varese significa ri-consegnarsi al deserto, riesci anche a posteggiare facilmente e hai paura che il colpo di calore ti abbia tolto la lucidità per rifilarti un miraggio. No, è tutto vero. Anche quel giovanotto che pedala come un dannato, anzi come un beato, sotto il sole cocente. Esperti, fermatelo. Se riuscite a rincorrerlo.

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