Svizzero? No, noto

Svizzero? No, noto

Al volante mi arrabbio contro il motociclista che crede di essere Superman, e il mio interlocutore telefonico (ho l'auricolare, tranquilli) mi rimprovera. Per rientrare nei ranghi in qualche modo, sull'Autolaghi contemplo un miniduello rusticano tra due veicoli svizzeri, della serie "Doppio sorpasso azzardato".
Confesso che mi piace, perché conferma la perfida lezione che mi è stata trasmessa fin da piccola: gli svizzeri, quando passano il confine, non rispettano più le regole. Luogo comune, anzi comunissimo, una delle tante valvole di sfogo contro gli altri al volante, che culliamo in ogni periodo dell'anno, con piacevoli picchi in estate.
Noi no: doppiamente sciocchi. A casa nostra diabolici, in Svizzera abbiamo paura che la peste ci colga, se sgarriamo. Come in ogni Paese dove le regole sono chiamate così perché si rispettano, non perché sono un'istigazione a delinquere. 
Tra vicini bisogna sempre pizzicarsi, i derby sono stati inventati apposta. Con gli svizzeri viene meglio, perché tutto quell'ordine sfoggiato ci va alla testa. Per non parlare di altre nazioni: la prima settimana di studio in Germania tanti anni fa mi valse il rischio di un trattamento sanitario obbligatorio, perché sostavo prudentemente davanti alle strisce e guardavo pensosa quelle macchine, chiedendomi perché mai si fermassero.
Tornando ai vicini elvetici, dall'erba verdissima, visto che le strade sono motivo di lotta, meglio spostarsi davvero sui barconi come è accaduto in queste ore a Lavena. Il ponte umano è delizioso. Quelli veicolari luogo malefico dove ci rinfacciamo i nostri vizi automobilistici e non solo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA