Sospinta da un'inconfessabile nostalgia, mi sono fermata davanti a una vecchia cabina telefonica. A momenti non la vedevo, perché erano i graffiti ad attirare l'attenzione, più di questo monumento del passato, mezzo addormentato.
Ma l'ho fatto: sono entrata. Ho sbirciato nel minuscolo antro, poi ho guardato lo schermo. Ah già, oggi si dice display. Una scritta testimoniava la vita. Ma che vita: per favore usare la carta di credito.
Come, la carta di credito: anche tu. Non che pretendessi i gettoni, ma almeno le monete o le vecchie carte che sfumavano in un baleno.
La guardo di traverso e mi ricordo le notti a caccia di una cabina, per telefonare al freddo e al gelo, spiegare che tardavi, che c'era un problema o una festa prolungata. Brividi di freddo appunto, e di paura.
Ok, mi è passata la nostalgia. Grazie display,ora ti posso chiamare così.
Ma l'ho fatto: sono entrata. Ho sbirciato nel minuscolo antro, poi ho guardato lo schermo. Ah già, oggi si dice display. Una scritta testimoniava la vita. Ma che vita: per favore usare la carta di credito.
Come, la carta di credito: anche tu. Non che pretendessi i gettoni, ma almeno le monete o le vecchie carte che sfumavano in un baleno.
La guardo di traverso e mi ricordo le notti a caccia di una cabina, per telefonare al freddo e al gelo, spiegare che tardavi, che c'era un problema o una festa prolungata. Brividi di freddo appunto, e di paura.
Ok, mi è passata la nostalgia. Grazie display,ora ti posso chiamare così.
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