Altro che inciucio Pd-Pdl. Il governo che nasce sembra figlio di un antenato dell'inciucio, quel compromesso storico di fine anni settanta. Nato in grembo all'ex comunista (migliorista: e questo significa qualcosa), Napolitano, l'esecutivo guidato dall'ex Dc Enrico Letta ha imbarcato parecchi orfani della Balena: Alfano, Franceschini, Delrio, Lupi, Mauro, Quagliarello. Una generazione di fenomeni, giovani turchi della Prima Repubblica rimasti un po' ai margini della Seconda monopolizzata dall'avvento di Berlusconi e dalla sinistra-centro in mobilitazione permanente contro il Cavaliere. Ora che Silvio sembra aver scelto (o essere stato costretto a scegliere) un low profile, mandando avanti il solito Alfano (se le cose andranno bene il merito sarà dell'ex premier in caso contrario le colpe ricadranno sull'eterno, effimero delfino) e la sinistra vede affievolirsi la sua spinta propulsiva perché il nemico non è più tale (o perlomeno non per tutti) può essere l'occasione buona per Letta & C. di far vedere che film ci siamo persi.
Certo, questo governo non agevola un'altra creatura costruita durante il crepuscolo della Seconda Repubblica con l'obiettivo di essere protagonista nella Terza. Questo governo sembra fatto apposta per dare una mazzata finale al Pd, cosa che probabilmente non dovrebbe dispiacere al capo dello Stato che, come tutti i posti miglioristi, vedeva nel progetto di Prodi e Veltroni l'addio al sogno di una sinistra italiana modellata sul socialismo europeo. Ora, se ci fossero gli uomini, potrebbe anche succedere qualcosa in quella direzione.
Insomma, il governo Letta se durerà, potrebbe influire parecchio sul futuro della politica italiana. Certo, il precedente del compromesso storico non è certo incoraggiante, ma, per fortuna dell'esecutivo, si tratta di un richiamo culturale più che politico, visto che di post comunisti nella squadra ve sono davvero pochi.
Il voto di fiducia ci dirà già qualcosa.
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