Altro che morire democristiani. Qui finisce che si esala l’ultimo respiro al canto di bandiera rossa. La grottesca partita politica per l’elezione del capo dello Stato non poteva che avere un epilogo, per così dire, particolare. Il duello tra due post comunisti: Giorgio Napolitano e Stefano Rodotà, vinto dal primo (ma non c’era partita). Cose che succedono solo in Italia: due esponenti di una cultura politica importante ma sconfitta dalla storia che la perpetuano nel terzo millennio a un altissimo livello istituzionale.
Ma il vero trionfatore di queste bislacche e tragiche consultazioni è un altro. Onore a Enrico "Mitraglia"Mentana che da tre giorni occupa il teleschermo o con gli interminabili speciali de La 7 sulle elezioni o attraverso la conduzione del telegiornale che dirige o come ospite di altre trasmissioni quirinalizie. Chapeau: un esempio di servizio pubblico, neppure dovuto visto che La 7 è un’emittente privata. Ce da credere che la decisione di Napolitano, che ha accettato la ricandidatura per consentire l’uscita dall’impasse in cui si erano ficcate le forze politica, sia stata presa anche per consentire al povero Mentana di riposarsi.
Ma il vero trionfatore di queste bislacche e tragiche consultazioni è un altro. Onore a Enrico "Mitraglia"Mentana che da tre giorni occupa il teleschermo o con gli interminabili speciali de La 7 sulle elezioni o attraverso la conduzione del telegiornale che dirige o come ospite di altre trasmissioni quirinalizie. Chapeau: un esempio di servizio pubblico, neppure dovuto visto che La 7 è un’emittente privata. Ce da credere che la decisione di Napolitano, che ha accettato la ricandidatura per consentire l’uscita dall’impasse in cui si erano ficcate le forze politica, sia stata presa anche per consentire al povero Mentana di riposarsi.
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