Chiunque sia il grande elettore che, durante la prima votazione per Franco Marini ha messo nell'urna la scheda con il nome del conte Mascetti, indimenticato personaggio di Amici Miei immortalato dall'immenso Ugo Tognazzi (fine delle parole che cominciano per “i”), è un genio. Perché di scene quasi degne del capolavoro di Monicelli se ne sono viste molte. Virtualmente anche quella di Bersani che prende il treno e viene schiaffeggiato dai franchi tiratori del suo partito.
Ma dato che la realtà, quando il contesto è grottesco, riesce sempre a superare la fantasia c'è stato un momento sublime benché destinato ai rari nottambuli masochistici ancora sintonizzati su Rai Uno dopo mezzanotte. E' stato quando, durante un collegamento dalla sede del Pdl, l'inviata di Vespa ha rivelato il retroscena dei dettagli dell'accordo con il Pd: un governo guidato da D'Alema con dentro ministri berlusconiani. La sublimazione dell'inciucio. Al povero Peter Gomez, giornalista del Fatto Quotidiano presente in studio, quasi è venuto lo sturbo. Neppure Bruno Vespa riusciva a stare serio: sembrava davvero la scena della burla sulla torre di Pisa che crolla o sul paese da distruggere per far passare l'autostrada delle ginestre.Del resto visto che Marini – lo hanno rivelato i voti – era un candidato del Pdl più che del Pd (teneri gli sforzi degli esponenti berlusconiani di accreditarlo come uomo del popolo e addirittura assimilarlo a Papa Francesco), si può parlare, sempre con il conte Mascetti di supercazzola prematurata a destra.
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