Proseguono al Gruppo Letterario Àcàrya gli incontri del ciclo L’inesprimibile e la parola condotto da Remo Pretini. Tema della serata le lettere a Bruna Bianco. Alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, durante una conferenza di poesia, tenuta a San Paolo del Brasile da Giuseppe Ungaretti. Il poeta più famoso del Novecento e Bruna Bianco si conoscono e, immediatamente, si innamorano. Le quasi quattrocento lettere che Ungaretti scrive alla giovane Bruna, testimoniano un grande amore tra due persone di oltre mezzo secolo di differenza d'età.
Non sono lettere qualsiasi: sono epistole poetiche, dal grande valore lirico e umano, cui accostarsi con rispetto, ammirazione e gratitudine. Tutte scritte in verde: il colore della speranza. Vergate nel fuoco della passione e di un amore rarissimo per la parola scritta, alcune contano anche dieci, quindici fogli manoscritti, cesellati con cura, con aggiunte a latere, postume; parole cancellate, scritte, riscritte, riformulate nella tensione lirica della perfezione. Nel buio della notte, pare di udire una chiamata ed Euridice ripetere il suo “sì”, l’identico “sì” pronunciato cinquant’anni prima quando, ventiseienne, si accostava timidamente ad un grande poeta del Novecento di settantotto anni. Ma nulla rileva qui il tempo degli orologi. Un dettaglio anagrafico non è che inutile orpello nel ‘paese dell’anima’: la bellezza del genio non invecchia mai – semmai, l’età la intensifica.