
Sono solo canzonette...? Leggerezze musicali dal XV al XX secolo con Marta Fumagalli (voce) e Gian Luca Lastraioli (liuto).
Come ogni altra attività del fare umano, nel corso dei secoli anche le varie forme musicali frequentate dai compositori si sono prima sviluppate e poi eventualmente evolute nel passare da un periodo all’altro (o da una scuola all’altra), talvolta modificandosi radicalmente, se non scomparendo del tutto, a causa del sorgere di nuove mode o per effetto di mutate esigenze commerciali. Nella vorticosa corrente dell’inesorabile fluire del grande fiume della Storia della Musica molto cambiava, nel passare da un secolo all’altro, e inevitabilmente, a fronte di molte forme nuove che nascevano per affacciarsi alla ribalta musicale, altrettante di vecchie ne morivano o cadevano in disuso.
Però, a pensarci meglio, c’è una forma musicale che, di fatto, tuttora resiste bene all’usura del tempo, anche dopo una decina di secoli dalla sua nascita, un tipo di composizione che formalmente è rimasta “quasi” uguale a sé stessa e che è sopravvissuta a mode, periodi di avanguardia, restaurazioni, sperimentalismi e riforme di vario tipo: la canzone. Che venisse chiamata frottola, villanella, arietta, canzone da battello, o semplicemente canzonetta, sempre si trattava di una composizione strofica in cui, nel breve spazio di pochi minuti (due? tre?) si andava dipingendo una piccola, ma spesso significativa miniatura poetica e musicale costruita su pochi versi metricamente regolari e su uno o due brevi (ma non poveri!) temi musicali.
La proposta concertistica, quindi, presenta una serie di brani ordinati cronologicamente, che, indipendentemente dall’etichetta formale a essi associata al tempo della pubblicazione, sono tutti riconducibili all’idea di canzone. Sentiremo quindi narrate in musica, fra le altre, la felice storia di una bella pastorella alpestre del primo rinascimento, la sfortunata sorte in cui incorre una ragazza di nome Marinella (che, «come tutte le più belle cose» visse soltanto un giorno «...come le rose»), l’appassionato amante napoletano che, dopo averle fatto una serenata, dichiara all’amata di volerle «bene assaje», oppure l’invito all’amore che un Casanova veneziano rivolge a una bella dama che sta prendendo il fresco in gondola nelle lagunari notti d’estate.
Ma davvero sono solo canzonette?