La Regina della notte e il potere del canto
Tredicesimo appuntamento del festival A due voci 2024
L’undicesima edizione del festival A due voci – Dialoghi di musica e filosofia si terrà a Como da sabato 23 novembre a domenica 1° dicembre 2024. La manifestazione è realizzato con il patrocinio e il contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Como e con la collaborazione del Conservatorio di Como, del liceo musicale coreutico Giuditta Pasta, di Nerolidio Music Factory e di Ostello Bello.
La Regina della notte e il potere del canto con Adriana Cavarero, filosofa.
Nella tradizione filosofica, la tendenza a celebrare la capacità umana di parola, la centralità del linguaggio per lo zoon logon echon, si accompagna regolarmente a un’esaltazione della sola componente semantica – ossia della funzione di significare della parola, di comunicare contenuti – a discapito del ruolo della voce, ridotta a una mera componente strumentale, ancillare. Ma davvero nel parlare, nel comunicare, la voce è mero strumento? Davvero la voce non comunica? E, se comunica, che cosa comunica?
Comunica innanzitutto la singolarità incarnata di ogni voce, diversa da ogni altra voce. Certo, comunica anche stati d’animo, sentimenti, desideri, passioni. Ma comunica, prima ancora, quel piacere della vocalità che ha a sua massima espressione nel canto. Nell’Opera il piacere vocalico e quello uditivo raggiungono l’apice, soprattutto là dove, nel canto, il potere della voce vince sul potere delle parole. E’ quello che succede alla Regina della notte nel Flauto magico di Mozart. Nella sua famosa ‘aria’ la Regina, all’inizio, canta parole comprensibili, che via via vengono però dissolte nel flusso di puri gorgheggi spinti al parossismo della tecnica vocale e dell’emozione uditiva. Forse noi non capiamo le parole fin dall’inizio perché non sappiamo il tedesco, ma non è la lingua a contare. Spesso ridicolo perché scritto in una lingua desueta, il libretto è all’Opera per servire la voce canora e sacrificarsi alla di lei irresistibile vittoria. L’opera provoca il godimento post-linguistico insito nel potere del canto.