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Venerdì
28
Marzo

Anfitrione

Prosegue la Stagione "Altri Percorsi" organizzata da Fondazione Teatro Donizetti, con una variegata panoramica dei nuovi linguaggi espressivi: appuntamento con il grande classico scritto da Plauto.

Chi sono io se non sono io? Quando guardo il mio uguale a me, vedo il mio aspetto, tale e quale, non c’è nulla di più simile a me! Io sono quello che sono sempre stato? Dov’è che sono morto? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono!

Queste sono alcune delle domande che tormentano sia i protagonisti dell’Anfitrione, scritto da Plauto più di 2000 anni fa, che molti di noi oggi. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’io, la perdita dell’essere garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita tragicommedia, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi. In essa il sommo Giove, dopo essersi trasformato nelle più svariate forme animali, vegetali, naturali, decide, per la prima volta, di camuffarsi da uomo. Assume le sembianze di Anfitrione, lontano da casa, per potersi accoppiare con sua moglie, la bella Alcmena, e generare con lei il semidio Ercole. Giove-Anfitrione durante la notte d’amore, lunga come tre notti, racconta ad Alcmena, come se li avesse vissuti personalmente, episodi del viaggio di Anfitrione. Durante il racconto il dio provò, per la prima volta, un’ilarità che poi si premurò di lasciare in dono agli uomini. “Abbandonato il regno delle metamorfosi, si entrava in quello della contraffazione” Incipit Comoedia (R. Calasso).

“Aprite gli occhi spettatori, ne vale la pena: Giove e Mercurio fanno la commedia, qui” (Plauto). Da quel momento nelle rappresentazioni teatrali il comico e il tremendo avrebbero convissuto e avrebbero specchiato le nostre vite mortali e imperfette.

Dopo Plauto in tanti hanno riscritto l’Anfitrione e ciascuno l’ha fatto cercando di ascoltare gli stimoli e le inquietudini del proprio tempo. Ho provato a farlo anch’io.

drammaturgia e regia Teresa Ludovico
con Michele Cipriani, Irene Grasso, Demi Licata, Alessandro Lussiana, Michele Schiano di Cola, Giovanni Serratore

musiche di Michele Jamil Marzella
eseguite dal vivo da Francesco Ludovico
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
coreografa Elisabetta Di Terlizzi
costumi Teresa Ludovico e Cristina Bari
collaborazione letteraria Lucia Pasetti

produzione Teatri di Bari

Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo

Altri Percorsi
Altri Percorsi" al Teatro Sociale di Bergamo si conferma un appuntamento imperdibile per gli appassionati di teatro, offrendo una panoramica variegata e stimolante delle nuove tendenze e dei linguaggi espressivi contemporanei. Questa edizione, dedicata in larga parte ai giovani attori, si presenta come un viaggio affascinante attraverso diverse epoche e tematiche, dal passato al futuro, dalla storia alla fantascienza, dalla politica alla riflessione sull'individuo.

Informazioni

Prezzo: da 16 a 20 euro
Prenotazione: consigliata

Contatti

Telefono: 035.4160613
Email: [email protected]

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Data e Ora

Inizio: venerdì 28 marzo 2025 10:30

Fine: venerdì 28 marzo 2025 12:30

Giorni di apertura
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Luogo
Teatro Sociale, Città Alta

Bergamo, Via Bartolomeo Colleoni, 4,