Il malato
adattamento e messinscena Graziano Signorotti da Le malade imaginaire di Molière
traduzione di Luigi Lunari
con Compagnia teatrale San Genesio di Vighizzolo di Cantù
Commedia rappresentata la prima volta il 10 febbraio 1673 sul palcoscenico della sala del Palais-Royal dalla compagnia del Re. Un “classico” che ci “parla” anche a distanza di centinaia di anni. I medici dei nostri giorni non sono forse quelli che mette alla berlina Molière, ma i comportamenti umani non sono cambiati. Il protagonista è un ipocondriaco inguaribile, di non si sa bene quale malattia, succube di medici e farmacisti cialtroni ed ignoranti, plagiato dalla seconda moglie, ipocrita ed opportunista, ma tiranno con i servi e padre padrone con le figlie. Molière rappresenta un campionario di mostri, che non riuscirà, nonostante tutto, a soffocare l’amore sincero, puro e disinteressato che nasce tra i due giovani protagonisti.
Amore che solo, riuscirà a restituire ad Argan il lume della ragione. La regia, servendosi della traduzione di Luigi Lunari ha “asciugato” il testo rendendolo più scorrevole ed essenziale, lavorando soprattutto sulla movimentazione scenica, anche con l’introduzione di un servo che non parla e l’aggiunta di un finale all’insegna di quella ironia che attraversa tutta la commedia.