Ambiente
Sabato 25 Luglio 2009
Parte la Carovana delle Alpi:
farà il check up delle cime
promossa da Leambiente riparte la Carovana delle Alpi che farà uno studio sullo stato di salute della catena montuosa e metterà in risalto i rischi che corre
Nel territorio alpino italiano vivono oltre 4 milioni di abitanti, in un ambiente costellato da migliaia di centri abitati, molti dei quali saranno 'tappe' di appuntamenti della Carovana delle Alpi, occasioni di incontro per sollecitare i cittadini e i turisti, ma anche le forze economiche e le istituzioni a rendersi protagoniste della sfida della qualità ambientale.
I ritardi
La campagna si avvia denunciando il grave ritardo dell'Italia nell'attuazione della Convenzione Internazionale per la Protezione delle Alpi, il trattato che in tutti i Paesi confinanti è già nella fase di attuazione e di cui invece il nostro Parlamento, a dieci anni dalla approvazione della legge 403/1999, non ha ancora provveduto alla ratifica dei Protocolli. Segnali positivi arrivano dal Senato, dove il relativo progetto di legge è stato approvato nei mesi scorsi.
Le "bandiere nere"
Tra le 7 segnalazioni legate alle 'bandiere nere' di quest'anno ritorna il tema delle speculazioni d'alta quota: dai comprensori sciistici nelle Alpi Orobie alle villettopoli della Valmalenco, dalla deregulation dell'edilizia turistica in Val D'Aosta ai villaggi alpini in Carnia, e infine ai resort sulla Marmolada, la regina di quelle Dolomiti da quest'anno iscritte al Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Nonostante il rallentamento dovuto alla crisi, il ciclo del cemento continua ad alimentare progetti di valorizzazione turistica il cui obiettivo è solo quello di creare nuove volumetrie e aumentare quelle esistenti.
La "piaga" delle seconde case
Quella delle seconde case è una piaga ambientale, che alimenta malessere nelle comunità che ne sono afflitte e degrado dei paesaggi. Legambiente sta lavorando alla redazione di un dossier, per fare il punto della situazione nelle località turistiche dell'intero arco alpino.
Tra le 10 'bandiere verdi' spiccano quelle relative alla gestione dei corsi d'acqua alpini, imbrigliati da mille dighe e derivazioni, su cui da anni sono in corso conflitti tra gli interessi delle popolazioni e quanti chiedono concessioni per realizzare opere di presa che lasciano in secca intere aste di torrenti e ruscelli.
Sondrio promossa
Casi positivi sono quelli della Provincia di Trento, sempre attenta al tema delle acque, che ha introdotto misure rigorose e verificabili per il rispetto dei deflussi da garantire a valle delle opere di presa, e quello della provincia di Sondrio, che nei giorni scorsi ha ottenuto un risultato "storico" in una vertenza che ha visto comitati e associazioni ambientaliste mobilitate per ottenere nuove regole che impedissero l'assalto predatorio ai corsi d'acqua: l'approvazione di un piano territoriale e di regole, a salvaguardia dall'Autorità di Bacino del fiume Po.
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