Animali
Martedì 13 Marzo 2012
Dopo il caro Iva, il redditometro
L'animale di casa non è un lusso
Associazioni animaliste contro il governo per l'inserimento del possesso di un amico a quattro zampe tra gli indici di benessere. Una lettera è stata mandata a Monti anche per sottolineare che in Italia i possessori di animali sono gravati dai rincari Iva e ora sono misurati dal redditometro
Le associazioni Enpa, Lav, Leidaa, Lega nazionale difesa del Cane e Oipa hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio Monti, al ministro della Salute Balduzzi e al sottosegretario alla Salute Cardinale per chiedere che le spese veterinarie siano tolte dal redditometro.
"Le spese veterinarie non possono e non devono essere specchio di agiatezza", dicono le associazioni animaliste. "Gli animali sono esseri senzienti, non beni di lusso, e come tali hanno il diritto alla tutela del loro benessere e della loro salute, garanzie queste che devono essere assicurate tanto più in una fase delicata per l'economia di molte famiglie".
Oltrettutto il nostro Paese ha una condizione diversa da altre. In Italia,hanno aggiunto gli animalisti, le persone che vivono con un animale domestico sono "già gravate da una misura estremamente penalizzante: l'aliquota Iva più alta sulla salute degli animali e sui loro alimenti, che può essere foriera di rischio di abbandono".
Le associazioni chiedono quindi l'introduzione di "misure per il benessere animale e il contrasto del randagismo quali l'aumento della soglia di detraibilità delle spese veterinarie, rendendola totale per chi adotta un animale abbandonato, e la riduzione dell'Iva sul cibo per animali e sulle cure veterinarie al 10% per chi ha adottato animali o non li tiene per scopo di lucro.
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