A Vertemate l’arte si fa in 4 ombre
e vaga per la scuola diventando mostra

I ragazzi delle medie, guidati dall’insegnante Silvia Brunati, hanno dato libera forma alle proprie emozioni

Per la mostra di fine anno ogni alunno della secondaria di primo grado Giovanni Paolo II di Vertemate con Minoprio, ha scelto due delle proprie opere eseguite durante l’anno da esporre per la votazione dell’opera più bella della scuola.

A scuola ci sono state una serie di sagome nere ad altezza naturale un po’ insolite, in ogni piano, sono le 4 ombre uscite dai corpi degli alunni. Vagando, esse sono entrate casualmente nell’aula di arte e, vedendo l’allestimento della mostra, decisero di fare da guida ai genitori e agli alunni per questa esposizione, le hanno trovate con in mano una tavolozza in 3D. Oltre a queste stravaganti guide-animatori vi sono stati anche alunni-ciceroni e che hanno avuto al collo la forma di una tavolozza realizzata con il cartoncino colorato... Entrando nella scuola si è incontrata un’installazione umana, un’opera di arte contemporanea viva con in testa una maschera di tavolozza originale, questa maschera è stata indossata da noi ragazzi che con il microfono senza fili, abbiamo raccontato le nostre opere d’arte ai visitatori, vi chiederete il perché ci siamo nascosti, quando andate a vere una mostra nessuno conosce il volto dell’artista, guardando il suo capolavoro...

Quest’anno è stato un po’ diverso dagli altri perché all’allestimento della mostra hanno partecipato anche gli alunni, che hanno contribuito con entusiasmo! Le opere esposte possono essere: i 5 quadretti emotivi, l’autoritratto metamorfosi, l’armadio dei sogni, la copertina della nostra cartelletta, la percezione visiva di Rubin, le percezioni visive inventate da noi, il fumetto, chi, dove, come, quando, perché, la texture grafica, il pannello patchwork, video social art (dove l’ultima sala è stata dedicata ai video che trattano temi sociali - pubblicità progresso, dove i protagonisti siamo noi) e molte ancora, il programma di artistica è stato ideato personalmente dalla nostra prof. di arte Silvia Brunati. Valentina Moltani IIC

In una notte di giugno tra le luci delle stelle, delle lucciole e di qualche casa in cui qualcuno era ancora restio ad addormentarsi, improvvisamente ma senza rumore, delle ombre riuscirono a staccarsi dai corpi dei loro giovani proprietari e cominciarono a girovagare per il paesino di Vertemate, impazienti di esplorarlo con le loro gambe. Dopo una partita a calcio e una piccola scorribanda in gelateria, si trovarono davanti ad un imponente edificio “la scuola media!” A quel punto prese dall’emozione si fiondarono tutte al suo interno, avevano già visitato prima quell’ambiente e sapevano perfettamente dove andare per divertirsi: nell’aula di Arte! Arrivarono nella stanza ma era molto buia. Quando accesero le luci però si accorsero che l’aula era vuota. Due delle ombre, profondamente deluse, si misero a piangere ma la terza, presa da un lampo improvviso di genio esclamò:”L’aula è deserta perchè c’è la mostra di fine anno!”.

Il mistero era risolto, le opere dei ragazzi si trovavano nei corridoi per l’esposizione, bastava andare a cercarle, per risalire le scale accesero la luce ed ecco che i muri sembravano enormi quadri formati da tanti disegni, moltissime opere si mostrarono: facce metà realizzate in un modo e metà in un altro, disegni con moltissime righe colorate, omini con degli splendidi vestiti, sculture pazzesche una diversa dall’altra e persino degli armadi. Un’ombra riconobbe un quadro simile ad un collage di diversi materiali, l’aveva realizzato uno studente ed era molto appariscente, era un PANNELLO PATCHWORK, decorato con lastrine di rame sbalzate, stoffe, carte di giornale, oggetti e disegni vari. Guardando un lavoro le ombre riuscivano a capire l’entusiasmo dei ragazzi per la materia in questione: Arte, altre ombre sgattaiolarono silenziosamente giù per le scale, al primo gradino però si bloccarono, c’erano degli enormi volti che le fissavano e anche se non sembravano cattivi le fecero comunque sobbalzare.

“Hanno il viso diviso a metà!” - esclamò una di loro.

“Hai ragione, in questa metà è un ragazzo ma nell’altra è un pirata!” - rispose una seconda. “Si chiamano AUTORITRATTI METAMORFOSI” - disse l’ombra di una ragazzina - “In ogni disegno c’è l’autoritratto dell’artista e il volto di un personaggio reale o inventato, a cui tiene molto o si sente particolarmente affine”.

Le ombre scesero fino in fondo alle scale e tutte rimasero un po’ stralunate alla vista di alcuni ARMADI DEI SOGNI. Che cosa ci facevano lì? “Magari ci mettono il pigiama?” - ipotizzò una, ma fu come al solito la ragazza a risolvere l’enigma. “Fanno parte della mostra, guarda al loro interno e vedrai un sacco di oggetti colorati e ovviamente dei vestiti. Questo perchè i ragazzi nelle loro creazioni, hanno racchiuso il loro mondo, le loro idee e le loro passioni, per condividere anche con i visitatori tutto ciò che per loro è importante”.

Era proprio vero, ad alcuni piaceva il basket, ad altri la caccia mentre altri ancora la musica, il calcio, gli animali...Avevano incanalato la loro anima all’interno di quelle due ante e quando esse venivano aperte, l’opera sprigionava tutta l’energia e l’amore con cui essa era stata realizzata. Anche se a ben guardare in realtà era un altro disegno, di gran lunga più piccolo ad esprimere la maggior parte delle emozioni: I 5 QUADRETTI EMOTIVI. Pur essendo decisamente piccoli catturarono subito l’attenzione dell’ombra di un ragazzo, erano così minuscoli ma dettagliati da poter essere definiti bonsai esplosivi. Anche se i quadretti rappresentano le emozioni, esprimono soprattutto la personalità degli studenti ed il loro carattere. Proseguendo la loro esplorazione le ombre si accorsero che in alcune opere però gli artisti non parlavano di se, ma bensì di personaggi inventati, forse degli idoli o semplicemente degli amici immaginari che desideravano conoscere nella realtà. Ognuno poteva inventare l’aspetto fisico, il carattere e gli hobby della propria persona, dando libero sfogo alla fantasia, sembrava dovessero fare una sfilata di moda con quegli splendidi abiti! La maggior parte di loro sfoggiava un look molto signorile, mentre alcuni indossavano un abbigliamento più sportivo o casual.

Qualche calciatore in effetti non manca mai, neanche nelle sculture del tema CHI, DOVE, COME, QUANDO, PERCHE’ delle classi terze, dove ogni tanto fanno capolino palloni da basket e campi di calcio in miniatura. Fortunatamente anche le ombre meno sportive, hanno trovato pane per i loro denti, alcuni ragazzi si sono attivati con le loro opere per sensibilizzare i visitatori su temi come: l’inquinamento ambientale dei rifiuti e dell’aria. Temi molto toccanti e attuali che dovrebbero far riflettere, su come preservare il nostro pianeta per le generazioni future. Le ombre non riuscirono a pensarci, era quasi mattina ed erano stanche di girovagare, bisognava tornare a casa, un’altra giornata stava per cominciare e come avrebbero fatto i ragazzi senza di loro? Kathryn Mazzoleni IIIB

Le opere esposte rappresentano tutti gli alunni della scuola secondaria Giovanni Paolo II che si sono voluti raccontare. Attraverso queste opere molti, proprio come è successo a me, hanno scoperto tratti caratteriali che non credevano di conoscere e osservando la mostra è possibile individuare diverse piccole personalità che nelle loro diversità hanno una cosa in comune: la felicità. Perché io come tutti loro mi sono divertita tantissimo a realizzare questi progetti, talvolta chiamavo i miei famigliari ad aiutarmi ed allora diventava un momento di condivisione e gioia che ho inserito nei cassetti della mia mente e che non scorderò più. E’ importante per i genitori, non votare le opere del proprio figlio. Essi credono di compiere un’azione buona nei confronti del figlio, ma gli procurano solo del male come se ne procurano a se stessi, bisogna insegnare ai propri figli che nella vita vince chi merita, dunque è importantissimo votare chi secondo noi è riuscito a raccontarsi meglio, chi con la sua opera ci ha incuriosito, chi ci ha fatto ricordare avvenimenti passati…

Questo è quello che devono fare anche gli alunni, allargare la loro visione della realtà ammettendo, nei casi che lo consentono, quando un’ opera del compagno è migliore della propria. Cosi’ facendo, da questo piccolo gesto, la loro maturità aumenterà vertiginosamente.

LETTERA MENTALE

Davanti a questo titolo mi misi a pensare a quel che avrei potuto fare. Ed ecco che commisi un’ errore fatale: pensare. Perché proprio in quest’ultimo anno imparai che pensare non è la soluzione a tutti i mali anzi, talvolta pensare, soprattutto in ambito creativo, è una rovina. Presi il blocco degli schizzi e la mia mano mi guidò, senza pensare, e non mi fermai finchè non ebbi finito completamente il foglio. In questa opera dovevano parlare di noi: i nostri interessi, la nostra famiglia, i nostri sogni nel cassetto…

Dovevamo, per l’appunto scrivere una lettera a chi volevamo. Mi fu facilissimo scrivere perché si poteva scegliere se lasciare la busta aperta o chiusa cosi’ ognuno si sentiva libero di scrivere e sfogarsi come meglio voleva. Io la scrissi a mio padre. Ebbi occasione di scrivere cose come un “ti voglio bene” che spesso nella quotidianità troppe volte dò per scontato. Sara Carusi IIIB

Nell’istituto Comprensivo di Vertemate con Minoprio gli alunni di tutte le classi hanno contribuito per organizzare una mostra d’arte davvero indimenticabile. Durerà 3 giorni cioè il 5-6-7 giugno dalle ore 11 alle ore 13 dove i visitatori sono invitati a votare l’artista dell’anno di ogni annata , realizzati nell’arco dell’anno, ad aiutare i visitatori ci saranno dei ragazzi che faranno da guida nel percorso, consegneranno un foglio e una penna dove si scriverà il numero dell’opera e poi andrà inserita in una scatola molto creativa. All’ingresso della scuola saranno presenti due sagome di cartone nero con in mano una tavolozza, create con il cartoncino nero alte come noi alunni. I lavori creati sono fantastici e unici, abbiamo utilizzato: materiali di riciclo,una fantasia sfrenata, esposto i nostri sentimenti a tutti, anche se non sempre vengono compresi, non è facile per noi ragazzi esprimere quello che abbiamo dentro l’anima e tramite l’arte questo è possibile. Secondo il mio parere siamo tutti vincitori, perchè le opere create sono lo specchio del nostro essere riflettono i nostri sentimenti, gioie, dolori, amori, tristezze, desideri, obbiettivi e tanti altri e quindi chi può giudicare il nostro essere? A volte si guarda un’opera e si potrebbe dire che non esprima nulla, invece per l’artista avrà un significato importante quindi bisogna andare oltre al giudizio estetico. L’arte mi ha insegnato che niente è banale,”tutto ciò che puoi immaginare è reale”(Pablo Picasso). Alessio Calacoci IIC

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