Il rischio (visti i precedenti solo ipotizzare una probabilità positiva è un azzardo) è infatti di celebrare la risurrezione di Gesù con l'ennesima morte del lungolago. Anche nell'unico tratto, quello davanti a piazza Cavour dove è ancora possibile ammirare il panorama. Il Comune rassicura che si cercherà di fare tutto per tempo e a modino. Ma quel "si cercherà", detto dagli stessi che ormai un lustro fa stamparono i manifesti che davano per ultimato il recupero della Ticosa, fa venire più di un brivido lungo la schiena.
Perché i lavori sì sono ripartiti nel cantiere più impopolare della storia comasca. Ma l'andamento, almeno a vista, appare un po' lentino. Ora c'è da bonificare con i misteriosi bidoni di mezzo proprio lì di fronte a quello che solo qualche umorista può ancora definire salotto di Como (chissà come sarebbe il bagno di Como...).
Bonificare significa che a volte si sa quando si comincia, quasi mai quando si finisce.
Insomma mettere le mani avanti, alla luce dei precedenti, è quasi un riflesso condizionato. Si aggiunga che c'è una biglietteria della Navigazione da spostare e che vi saranno difficoltà anche per il competitor privato dei piroscafi pubblici ed è facile paventare la probabilità che per i turisti sarà faticoso vedere il lago anche dall'acqua oltre che impossibile da terra.
Le domande sono inevitabili quanto destinate a restare senza risposta. Non si poteva mettere a frutto l'inverno? La storia della cicala e la formica non l'ha letta nessuno a palazzo Cernezzi? I bidoni, insomma, diventano l'emblema di quello che, come in una matrioska russa è il simbolo dell'amministrazione uscente, il cantiere più assurdo del mondo. Con la beffa di un livello del lago che in barba alle paratie, continua a calare.
Intanto parte un'altra stagione turistica con il lungolago blindato, la diga foranea ancora ferita e la passeggiata di villa Olmo chiusa per lavori che ritardano. Anche lì ovviamente avranno cercato di fare in tempo. Un altro precedente incoraggiante per l'ennesimo pasticciaccio brutto del lungolago. Ai coraggiosi che decidono ancora di passare la vacanze a Como dopo anni senza lago per un cantiere ormai forse immortalato anche nelle cartoline come elemento fisso del paesaggio, bisognerebbe assegnare l'Abbondino.
A questo punto tanto varrebbe buttarsi sul turismo dell'orrore e farsi prestare la carcassa della Costa Concordia. Ma forse sarebbe inutile. Con il cantiere davanti si rischierebbe di non vederla.
Francesco Angelini
© RIPRODUZIONE RISERVATA