Paratie e divieti di accesso
Così muore viale Geno

Pizzerie, locali e club preoccupati. Il centro pieno, viale Geno irriconoscibile: "Anzichè attirare i turisti, il divieto anticipato li ha fatti scappare". Pochissimi festeggiano l'assenza delle auto. Gli altri registrano una perdita di incassi che in qualche caso arriva addirittura alla metà: "Così dovremo licenziare i dipedenti, altro che arricchirci"

COMO - Piazza Cavour sembra un formicaio, ci sono turisti ovunque, i tavolini dei bar sono affollati, le gelaterie anche, al chiosco c'è la solita coda. Dall'inizio di viale Lungolario Trieste a villa Geno la folla si dirada piano piano, i clienti ai tavolini sono sempre meno, i posteggi sono deserti, i marciapiedi quasi disabitati. A metà di viale Geno c'è un tal mortorio che viene voglia di tornare indietro. Pochi si godono la pace del viale senza auto e moto che scorrazzano. Neanche al lunedì mattino di un giorno di novembre il viale è così desolante, anche se alla Funicolare dicono che hanno lavorato tanto lo stesso.
Il posteggio del lido è deserto. Perfino gli innamorati che si baciano sulle panchine scarseggiano. Se il divieto di transito dalle 14 voluto dagli amministratori deve servire ad attirare i turisti, qualcosa non ha funzionato. Perché è vero che c'è chi applaude, come Giorgio Venini della Darsena («I clienti sono contenti di mangiare senza auto che passano, abbiamo la pizzeria piena di stranieri, bisogna saperli attirare, anche parlando la loro lingua»), ma c'è pure chi si dispera come chi lavora al Pappafico, al lido e alla pizzeria annessa, al Gabbiano dove il titolare Giovanni Paolo Sartori cerca di cavarsela con sarcasmo: «Meravigliosa tenda, a righe bianca e rossa, meravigliosa la chiusura, meravigliosi i lavori in corso, meraviglioso tutto». Alle sette di sera neanche un cliente al tavolo. La pizzeria è penalizzata dal cantiere nessuno vuol mangiare guardando le tende anche se il locale è vicino al divieto d'accesso. Si salvano i bar e i ristoranti vicini nel primo tratto della camminata, muoiono quelli in fondo.
«Ieri sera abbiamo fatto metà dell'incasso di un solito sabato - dicono al Pappafico -. Il titolare ha dovuto mandare a casa alcuni di noi. Hanno lavorato due ore e se ne sono andati. Era inutile tenerli qui. Così si penalizzano i turisti e si fa perdere lavoro ai ragazzi. Noi lavoriamo con i motociclisti se non possono passare se ne vanno». Carmine Giuliani del bar Giuliani e della pizzeria Funicolare mostra le foto del posteggio sabato sera: «Vede? Un deserto. Ora, io posso anche capire che il traffico vada regolamentato, ma allora bisogna pensare a delle iniziative per movimentare il viale».
In fondo al viale «è una tragedia». Il titolare del lido Christian Battistessa guarda i tavoli del suo locale: «Vuoti. Ci sono clienti che hanno annullato le prenotazioni perché non potevano entrare». Ai primi sposi di Villa Geno post chiusura alle 14 è andata bene. avevano organizzato un pranzo. Per i prossimi, chissà.
Anna Savini

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