"Io che ho scelto Como
ma mi manca la Svizzera"

Meglio vivere di qua o di là del confine? Ecco il parere

Quanto sia insolito il caso di un cittadino svizzero che, come me, decide di trasferirsi in Italia l'ho capito fin da quando, nel 2005, ho fatto per la prima volta la fila alla Questura di Como per ottenere il permesso di soggiorno. Dopo averlo ritirato, mi sono sentita chiedere da un funzionario un po' perplesso: «Se posso sapere, perché ha scelto di venire in Italia?». È una domanda che mi è stata ripetuta molte altre volte e altrettanto spesso mi è stato chiesto di fare un confronto fra le due nazioni e i rispettivi stili di vita. Per me non è mai stato facile rispondere, anche perché le differenze non mi sono mai sembrate così profonde come potrebbe apparire. Avendo abitato in Ticino ho potuto frequentare persone italiane anche prima di trasferirmi a Como e ne ho sempre apprezzato l'atteggiamento, molto espansivo e caloroso. In effetti, qui è molto più facile conoscere ed entrare in confidenza con persone nuove, essere accettati e sentirsi più velocemente a proprio agio in un gruppo nel quale ci si è appena inseriti. Un altro lato positivo è la maggior offerta d'intrattenimento e di svago che riesce a rendere ogni città, anche in settimana, viva e frequentata. Anche dal punto di vista commerciale ci sono molte più proposte, rese inoltre accessibili e comode dagli orari di apertura più flessibili e prolungati rispetto a quelli ticinesi, dove (a parte il giovedì) tutti i negozi chiudono tra le 17 e le 18.30 risultando quindi scomodi per chi lavora. Viceversa, una caratteristica della Svizzera che apprezzo è la maggior quantità di spazi verdi che si trovano anche nei grandi centri e, in generale, la maggior cura nella manutenzione e nella pulizia delle strade. Inoltre, nonostante la crisi abbia colpito anche l'economia elvetica, le possibilità lavorative sono maggiori e, benché anche il costo della vita sia più alto, gli stipendi proporzionalmente più elevati permettono ai cittadini di concedersi qualche spesa in più. Certamente anche al di là del confine ci sono problemi e qualcuno fatica ad arrivare a fine mese, ma credo che sia proprio la maggior precarietà economica la causa del clima generalmente più sfiduciato che si respira in Italia, dove, soprattutto per i giovani, il futuro è pieno di dubbi ed incognite. Nonostante questo, quello italiano rimane uno dei Paesi più affascinanti e culturalmente più ricco, in grado di offrire a chi vi si trasferisce molte possibilità e un ambiente accogliente e generoso.
Isabella Mandioni

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