Cronaca / Como città
Lunedì 23 Agosto 2010
Le bellezze della città?
Un viaggio a ostacoli
Tre tappe per far visitare Como: Baradello, scoperta del quartiere razionalista e vista alle chiese romaniche del centro. Voto finale: un 5 d'incoraggiamento perché sulla carta le offerte ci sono e pure interessanti, peccato siano poco o per niente pubblicizzate e quindi l'affluenza è scarsa.
Prima tappa il Castello del Baradello. il programma prevede visite guidate tutte le domenica ogni 20 minuti (biglietto 2 euro). Primo problema: raggiungere la rocca del Barbarossa. La strada più conosciuta, quella che sale da piazza san Rocco all'altezza dell'ex ristorante "Ul ginocc"è chiusa a causa della frana caduta in primavera. Naturalmente nessun cartello avverte dell'interruzione, non ci sono spiegazioni di percorsi alternativi. Vale il fai date te. Mi salva un signore di passaggio che mi spiega che si può salire anche da piazza Camerlata (via S.Brigida) attraverso un sentiero piuttosto ripido, certo non alla portata di tutti. Comunque sia, dopo un quarto d'ora di cammino ci arrivo. Sono le 11,30 in giro non c'è nessuno. Lo spettacolo che mi si para davanti è abbastanza desolate. Disseminati sul prato all'interno della cinta murata, i resti del cantiere per il restauro della torre terminati da due anni. Ma quello che davvero salta all'occhio è il vialetto lungo una decina di metri che porta all'ingresso della torre fatto con quei quadrotti di finto granito 30x30 da condominio anni Settanta! «Modello Quarto Oggiaro» commenta ironico Luca Clerici che sta aspettando l'inizio del giro guidato insieme a tutta la famiglia. In tutto sei persone. Mi aggrego. «Dopo il boom dello scorso anno quando il Baradello ha aperto dopo i restauri, quest'estate le presenze sono calate notevolmente» spiegano Irma Zerboni ed Elisa Spanò le due guide che accolgono i visitatori. Si è passato dai 100-150 biglietti staccati ogni fine settimana, ad una media di 24 ticket quest'anno. Il giorno di Ferragosto, il record negativo: 4 persone, ma con il tempo che ha fatto c'era da premiarli per il coraggio! «Eppure il posto è bello anche se dovrebbe essere tenuto meglio. Eppure basterebbe tagliare l'erba e togliere quei brutti ponteggi che sono pure pericolosi per i bambini» commenta nonna Francesca. La famiglia Clerici comunque alla fine è soddisfatta della visita, le spiegazioni della guida sono interessanti e anche i più piccoli hanno gradito (vuoi mettere il fascino del Barbarossa!). Certo quella selva di antenne che adorna la cima della torre non è un bel vedere malgrado il panorama mozzafiato (chissà se c'è pure il rischio salute per le onde elettromagnetiche?)
E' arrivata l'ora di tornare in città. Alle due parte la vista ai monumenti razionalisti. Il ritrovo è alle 14 davanti al Monumenti dei caduti (viale Puecher). Il sole batte a picco e non vedo nessuno in giro. Non ci sono avvisi né cartelli. Alla fine salgo le scale e oltre l'ingresso del monumento incontro la guida in servizio, Alessia Dubini, che si è rifugiata al fresco. Quando spiego che sono lì per la visita mi guarda un po' stupita e quasi mi ringrazia tanto è felice di avere qualcuno con cui parlare. Pago il biglietto, nessun supplemento per avere la guida tutta per me. Alessia racconta, indica, spiega, risponde alle mie domande. Il tour si snoda lì intorno: Monumento ai caduti, Novocomum (il primo edificio razionalista in Italia, come scopro), casa Giuliani Frigerio, l'idroscalo, lo stadio Sinigallia, la Canottieri Lario. Niente casa del Fascio, il capolavoro dell'architetto Giuseppe Terragni. «Non è previsto, si può visitare solo il sabato» si giustifica la guida. Perplessa, la saluto e la ringrazio. Mi rivela che l'affluenza è sempre la stessa, una/due persone al giorno. In genere comaschi su di età, gli stranieri sono un'eccezione. «Ho l'impressione che l'itineriario sia poco pubblicizzato» osserva timidamente. Devo correre in via Magistri Comacini dietro il Duomo da dove alle 15 parte il giro alla scoperta delle chiese del romanico (biglietto 10 euro). Non arrivo in tempo, il gruppo, 4 persone (è l'affluenza media, mi confermano), è già partito. All'infopoint chiedo di avere copia dell'itinerario per raggiungere il gruppo. Non c'è. Per fortuna sono una turista anomala e la città un po' la conosco. Rincorro il gruppo e lo agguanto a S.Fedele. Come negli altri due casi la competenza della guida sopperisce alle carenze organizzative. C'è da augurarsi che la pensino così anche i turisti veri.
Elvira Conca
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