Cronaca / Cantù - Mariano
Domenica 26 Settembre 2010
La sfida di Qualità Cantù:
cresceremo, al fianco del Clab
Il presidente Giulio Meroni è determinato: "Si tratta di un gioiello della città. Da valorizzare. Necessario fare squadra per dare prospettive alla nostra economia. Sono pronto a bussare porta a porta agli imprenditori"
«Quella del Clab è un'operazione virtuosa - aggiunge Meroni - che saprà mettere in moto scenari nuovi che progressivamente coinvolgeranno la Brianza intera. L'indotto andrà ben oltre il pur importante settore del mobile-arredo, che costituisce la trave portante dell'economia di tutto il nostro territorio e che pure rappresenta una delle voci prioritarie della bilancia dei pagamenti».
«Certamente "Qualità Cantù 2001" - spiega il presidente - non potrà limitarsi ad applaudire eventi e grandi nomi di valenza internazionale che il Festival via via proporrà. Con il Clac che si trasforma e allarga i propri orizzonti anche "Qualità Cantù" necessariamente troverà un suo naturale riposizionamento. Sino ad ora c'era il timore malcelato di essere operativamente quasi dei "doppioni". Invece adesso competenze e ruoli saranno meglio delineati. "Qualità Cantù" soprattutto ha sistemato la situazione debitoria che in un passato non lontano ha pesato come un macigno. Adesso posso dire con orgoglio che abbiamo una sede centralissima e degna di tale nome e che il gruppo di associati è certamente costituito da imprenditori che rappresentano qualità e immagine e che tengono alto il nome di Cantù. Queste erano le condizioni base che io chiedevo per compiere il salto di qualità».
Che accadrà dunque? «Adesso bisogna allargare la compagine. Crescere. Perché ciò accada bisogna essere positivi e propositivi e pensare che non c'è spazio per piccole gelosie o antiche ripicche. Così non si fa strada. «Qualità Cantù» è un gioiello della famiglia canturina. A disposizione di tutti. Già alle nostre riunioni c'è la massima apertura. Partecipate. Siamo al più classico "bussate e vi sarà aperto". Dunque l'invito è aperto a tutti. Mi sento di farlo non solo a nome mio, ma dell'intero gruppo di associati. Ma se questo non dovesse bastare sono pronto a mettermi ulteriormente in gioco. Sono disposto anche ad andare a suonare a decine e decine di nostri artigiani-imprenditori. E se io dovessi rappresentare un ostacolo, se fossi antipatico o non all'altezza della situazione, sono sin d'ora disposto a farmi da parte. Ma chi si chiama fuori dovrà spiegare perché non è disposto a fare sistema. Perché tutti devono capire che la partita non si gioca sui personalismi. Qui tutti insieme si vince o si muore. Quindi non abbiamo alternative. Dobbiamo vincere».
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