Cronaca / Como cintura
Mercoledì 01 Giugno 2011
Cernobbio, sul cemento
si accende il Consiglio
L'inserimento di seicento metri cubi in un parco esclusivo come quello di villa Marzorati a Stimianico, al numero 25 di via Libertà, ha fatto accendere per l'ennesima volta la spia rossa nell'assemblea cittadina
L'inserimento di seicento metri cubi in un parco esclusivo come quello di villa Marzorati a Stimianico, al numero 25 di via Libertà, ha fatto accendere per l'ennesima volta la spia rossa in consiglio comunale. Un evento che è da ascrivere alle linee permissive del vecchio piano regolatore e al fatto che il piano di governo del territorio è di là da venire.
A giudicare dal dibattito in aula, il piano di recupero di iniziativa privata che in quel parco meraviglioso aperto sul lago andrà a accogliere la nuova costruzione, non è piaciuto neanche alla maggioranza, ma secondo il sindaco Simona Saladini non sono stati ravvisati elementi utili per negare l'autorizzazione richiesta da Federica Luisa Nessi.
«Siamo in zona A2 - ha spiegato il sindaco Simona Saladini - e sono previste costruzioni di pertinenza all'immobile principale nella fattispecie un edificio di 600 metri cubi con altezza massima di 6 metri progettato dall'architetto Giovanni Franchi. La monetizzazione degli oneri comporterà un introito di 23 mila euro più altri 9000 per sistemazione urbana, materiali e colori sono stati presi in considerazione con molta attenzione in relazione all'inserimento ambientale».
«Piange il cuore a assistere alla realizzazione di un progetto del genere – ha replicato il consigliere Domenico Zumbé e vorrei sapere come si fa a dire che tra il nuovo e la villa esistente sussista un vincolo pertinenziale. È un altro pezzo di verde della bella Cernobbio che sparisce per colpa di un pgt che non c'è ancora».
Irene Fossati, capogruppo dell'opposizione, che ai tempi in cui era vice-sindaco si era dissociata da quel piano regolatore rassegnando clamorosamente le dimissioni, è andata oltre.
«Ho esaminato bene il carteggio – ha detto – e ho trovato una censurabile manchevolezza nel senso che a opera finita il nuovo potrebbe essere scorporato dalla proprietà e posto in vendita. Altro che pertinenza. Non si è pensato a un'adeguata tutela dell'interesse pubblico su questo pezzo di verde che verrà inesorabilmente consumato. Sostengo che il nuovo immobile non rappresenta entità accessoria rispetto alla villa. Nella pratica e nei disegni non ho trovato alcun legame».
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