Cronaca
Venerdì 20 Gennaio 2012
Centro sociale di Saronno, processi
Un rinvio ed un'assoluzione
Quattro giovani sotto accusa per due "graffiti", uno dei quali virtuale
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Utilizzando il personal computer e l'"account" (codice d'accesso) del saronnese, fu inviato un "post" in cui si parlava di «ricchi borghesi e imprenditori che usano il calcio per fare affari loschi». Da una denuncia presentata da Vito Tramacere, noto commercialista, allora presidente del Foot ball club Saronno 1910 e poi candidato sindaco per la lista civica "Saronno Si - cura", erano cominciate le indagini della polizia postale, che aveva identificato, attraverso i protocolli di rete, il pc di Toffolon come punto di partenza del post.
Per l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Nicoletta Matricardi, i riscontri dell'attività della forze dell'ordine avrebbero dovuto portare alla condanna di Toffolon al pagamento di una multa di mille euro. Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'avvocato di parte civile, Domenico Margariti: pur ribadendo un apprezzamento per l'impegno politico del ragazzo, ha sottolineato il danno all'immagine professionale procurato alla parte lesa.
Ha invece ribaltato le carte in tavola l'avvocato difensore, Gabriele Fuga: ha messo in dubbio sia l'identificazione dell'imputato, sia l'effettivo danno. «I testimoni sono riusciti a dimostrare solo che il post è partito dal computer e dall'identificativo dell'imputato, ma non che sia stato lui ad inviarlo. Dobbiamo ricordare che Toffolon è un militante di un centro sociale, dove tutto è a disposizione di tutti». L'altro aspetto sul quale l'avvocato ha insistito è stata la riconoscibilità della parte lesa: «La frase riportata nel capo d'imputazione è la prima di un post di oltre 40 righe: il nome di Vito Tramacere compare solo nel finale. Sostenere che i due elementi siano collegati è piuttosto arduo».
La tesi difensiva ha evidentemente convinto il giudice monocratico Alessandra Simion, che ha assolto Daniele Toffolon.
È stato poi rinviato a lunedì 28 maggio, a causa dell'assenza di un testimone, il processo a carico di quattro attivisti del centro sociale, Toffolon stesso ed inoltre Silvia Rugiati, Daniele Cattaneo e <+G_NERO>Matteo Bertuolo, accusati di danneggiamentp per la scritta "Assassini" comparsa nella notte del 15 aprile 2005 sulla vetrina del negozio Max Mara, in corso Italia.
S. Giu.
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Saronno: processo Telos