Cronaca
Giovedì 04 Ottobre 2012
Porte aperte a Saronno
nell'ex tintoria occupata
Chi abita nei dintorni invitato a vedere i lavori di recupero. Solo i pakistani si presentano
Sono entrati al piano terra dello stabile industriale abbandonato solo i cinque pakistani che abitano accanto all'edificio occupato. Fin dall'arrivo dei ragazzi li hanno sostenuti, offrendo loro spuntini e sigarette.
Primi sguardi all'interno
La serata, promossa dal Comitato autorganizzato dei saronnesi senza casa con decine di manifesti affissi in tutto il quartiere, è cominciata alle 21, quando i ragazzi hanno aperto la porta dell'ex tintoria.
La situazione all'interno dello stabile è decisamente cambiata rispetto a domenica: sporco e degrado sono ormai un ricordo e, grazie ad intere giornate di lavoro, sono stati creati una piccola cucina ed un ingresso. I ragazzi hanno portato un fornelletto, tavoli, sedie, un divano e dettagli per abbellire lo spazio, come una piantina di erica davanti alla finestra e tende colorate per coprire le finestre, ma anche i muri, davvero malconci. Completa l'opera un nuovo striscione, con lo slogan "Più occupazioni, meno speculazioni", attaccato sopra la porta d'ingresso.
Come detto, hanno visto il risultato del lavoro dei ragazzi solo i confinanti pakistani; arrivati intorno alle 21.15, si sono trattenuti per una quindicina di minuti, chiacchierando con i giovani e consigliando loro piccoli accorgimenti per migliorare l'aspetto dei muri. Alcuni dei ragazzi si aspettavano di vedere arrivare altri residenti nel quartiere, ma nessun altro, né quelli che si sono mostrati cordiali e disponibili, né i critici, si è fatto vedere.
Presto nuovi "open day"
La scarsa partecipazione non ha demotivato gli occupanti, pronti ad organizzare altri "open day", magari in una fascia oraria diversa. Proseguono intanto sia le pulizie e gli interventi di ristrutturazione, sia gli intrattenimenti.
Ieri sera, ad esempio, la tradizionale proiezione del cineforum del centro sociale "Telos" si è tenuta in via Bainsizza, per esprimere solidarietà al Comitato.
Sara Giudici
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