Cronaca
Sabato 26 Gennaio 2013
Frontalieri del sesso
Giro di vite in Ticino
Il Cantone vara regole più severe sul mercato della prostituzione. Controlli e verifiche sulle attività a luci rosse: «Lontane da case, scuole e ospedali»
Servirà infatti un'autorizzazione per l'apertura di un locale erotico, e il permesso sarà subordinato al rispetto di una serie di nuove condizioni. Molto severe. L'attuale legge cantonale sull'esercizio della prostituzione, ha chiarito il Consiglio di Stato, «non è più in grado di garantire una corretta gestione del fenomeno del sesso a pagamento». Da qui la corsa ai ripari. Soprattutto perché il quadro normativo ora in vigore «non chiarisce le modalità di esercizio, in particolar modo per quanto attiene agli stabilimenti organizzati, che ora saranno definiti locali erotici».
«E il permesso all'esercizio della prostituzione, valido per un periodo determinato e sottoposto alla possibilità di rinnovo - fa sapere il Governo ticinese - sarà rilasciato unicamente a precise condizioni, quali, ad esempio, il soddisfacimento di presupposti clinici per la persona e sanitari per il locale. Il responsabile della gestione sarà poi chiamato a controllare la regolarità in materia di permessi, dell'esistenza dell'autorizzazione cantonale ad esercitare per chi si prostituisce e che l'attività si svolga senza subire coercizione o sfruttamento di sorta, supportando quindi l'indipendenza di coloro che esercitano la prostituzione nel locale».
Ma non solo. Perché il giro di vite riguarda anche la collocazione di questi spazi. Con orari di accesso precisi, dalle 10 alle 3 di notte, con la possibilità data ai singoli comuni di limitare ulteriormente gli orari di apertura, e severe imposizioni sulla loro collocazione. Non sarà più possibile, infatti, esercitare la prostituzione in strada, nelle zone residenziali (con il divieto esteso all'abitazione primaria e secondaria) e in prossimità di zone sensibili (scuole, ospedali, case per anziani, luoghi di culto, cimiteri ed edifici pubblici)
La prostituzione sarà così consentita solo nelle zone industriali, commerciali, artigianali e nelle cosiddette zone miste. Spetterà poi ai comuni indicare delle zone a luci rosse, come fatto per primo in Canton Ticino dal comune di Castione.
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