LURATE CACCIVIO - Tiziana Clerici è seduta su una sedia nel cortile davanti alla sua casa, porta in grembo un bambino e sta guardando il suo appartamento bruciare. «Sono uscita all’una, per andare a pranzo. Alle tre mi hanno chiamato i miei suoceri per dirmi che stava andando tutto a fuoco». I pompieri arrivano con tre mezzi e iniziano a inondare la casa di acqua. Le fiamme, che stavano divorando il tetto, pian piano si ritraggono. I calcinacci del tetto cadono nel soggiorno di casa. Ma la casa è mezza distrutta. Il suocero di Tiziana, che vive al primo piano, ha le lacrime agli occhi e si mette le mani nei capelli. Tiziana è incinta al quinto mese e tenta di star calma, sono tutti intorno a lei, parenti e vicini. Lei e il marito, Fabio Negretti, avevano già comprato molte cose per il bambino, ora ciò che non è bagnato è allagato. Le operazioni per spegnere l’incendio sono veloci. Ma dalla strada si vede che i danni alla casa sono ormai ingenti. Il timore è che la stufa a legna avesse preso fuoco. In realtà la stufa a legna funzionava benissimo anche molte ore dopo. E infatti la causa è un’altra. «Un corto circuito partito dal quadro elettrico, mi hanno detto i vigili del fuoco», riassume la donna. Appena pompieri e carabinieri se ne vanno, arrivano muratori e elettricisti. «Abbiamo già iniziato a pulire - raccontava la signora in serata - ma c’è ancora molto fumo, l’odore si sente e può essere nocivo. Perciò stanotte non dormiremo a casa». A dare l’allarme sono stati i clienti della Cooperativa che hanno visto le fiamme uscire dal tetto e hanno chiamato i vigili del fuoco.